Oltre il confine della vita
- Autore: Penny Sartori
- Genere: Scienza
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Tre60
- Anno di pubblicazione: 2015
Non è la vita dopo la morte, ma resta un’esperienza al confine tra prima e dopo.
C’è vita oltre la morte? Non è a questa domanda che risponde il libro “Oltre il confine della vita”, di Penny Sartori (Edizioni Tre60, 2015, 280 pagine 14,90 euro). L’aldilà non c’entra e nemmeno il paradiso, l’inferno, il purgatorio o qualsiasi altra raffigurazione di natura religiosa del dopo. L’autrice non vuole dimostrare o confutare alcunché, si impegna solo ad esaminare la fase del trapasso attraverso le esperienze raccontate da non pochi uomini e donne di tutte le età e condizioni. Sono quei fenomeni sconosciuti, incomprensibili e non spiegati dalla scienza medica, di cui parlano tanti che sono caduti in coma, hanno subito arresti cardiaci, sono stati tirati in vita per i capelli nei reparti di rianimazione o quasi dichiarati deceduti dopo gravi incidenti o crisi legate a malattie terminali.
Le chiamano esperienze di pre-morte, sono conosciute con l’acronimo NDE, dall’inglese Near Death Experience (esperienze prossime alla morte) e secondo uno studio recente coinvolgerebbero il 4 per cento circa della popolazione occidentale. È un numero molto elevato: 2,5 milioni in Inghilterra, 20 milioni in Europa e 9 milioni negli Stati Uniti avrebbero sperimentato una NDE.
Penny Sartori è una ricercatrice inglese, già infermiera negli ospedali per venti anni, diciassette passati in servizio nelle unità di terapia intensiva, prima di conseguire nel 2005 un dottorato di ricerca sulle esperienze di pre-morte dei suoi pazienti.
Oltre il confine della vita è una delle sue numerose pubblicazioni. È stata la straordinaria empatia provata nel 1995 con un malato in fin di vita a spingerla ad occuparsi di NDE. Soccorrendo l’uomo in preda a una crisi di dolore, era rimasta scossa dall’intensità con la quale aveva avvertito le stesse sensazioni in quel momento. L’episodio la sconvolse, ma generò soprattutto un grande interesse per quelle situazioni.
Sono in tanti ad averle confidato esperienze particolari in fin di vita. Pur con varianti diverse, dovute alle differenze culturali e alle capacità di comunicazione dei protagonisti, coincidono in genere nella consapevolezza d’essere vicini alla morte, Ricorrono anche l’impressione di un potenziamento dei sensi, il sentirsi separati dal proprio corpo (alcuni dicono di averlo osservato dall’alto o da lontano, con indifferenza) e la presenza di un tunnel di luce.
Queste persone, sostiene la dottoressa Sartori,
ci dicono che non si dovrebbe aver paura della morte, non ce ne sarebbe motivo.
La sua formazione scientifica avrebbe dovuto indurla a considerare queste esperienze delle allucinazioni, seppure riferite in buona fede, ma la curiosità ha avuto la meglio e l’ha spinta ad avviare anni di ricerche.
Certo, senza voler fare gli scettici a tutti i costi, qualche dubbio è legittimo. Com’è possibile che queste situazioni vengono ricordate con lucidità e ricchezza di particolari, se risalgono a momenti in cui le capacità cerebrali erano pesantemente compromesse, se non totalmente azzerate?
Quanto al particolare del tunnel luminoso, ritorna così tante volte che la presenza di una gran luce abbagliante è una costante nei casi di pre-morte. Suggestionato inconsciamente, il protagonista potrebbe sentirsi quasi obbligato a riferirlo, avendolo appreso da testimonianze in condizioni analoghe.
Uno dei resoconti più intensi arriva peraltro da un paziente doc, un neurochirurgo, il dott. Eben Alexander. Dopo una sua lunga NDE, da buon clinico ha cercato di razionalizzare il vissuto, spiegandolo attraverso riferimenti alla neuro-filologia. Eppure, nonostante la profonda conoscenza dell’attività cerebrale, nemmeno di prima mano è riuscito ad offrire una interpretazione scientifica di ciò che ricordava.
Penny sostiene che impegnarsi a studiare le esperienze di pre-morte ha aggiunto un grande significato alla sua vita e l’ha resa una donna migliore. Ora vorrebbe contagiare positivamente tutti. Pur senza pretendere di capire cosa accadrà dopo la vita, sta cercando di indagare su quanto avviene poco prima, anche se non nasconde il limite di tutte le esperienze NDE raccontate nel libro: si riferiscono a qualcosa che si manifesta comunque durante la vita. Non dopo, ad essere pignoli.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Oltre il confine della vita
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