Oltre il vasto oceano. Memoria parziale di Bambina
- Autore: Beatrice Monroy
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Avagliano
- Anno di pubblicazione: 2013
Il romanzo autobiografico, storico, pieno di fantasie della scrittrice che la sua memoria ricchissima e “fanfarona” ha messo insieme, ha un sottotitolo: "Memoria parziale di Bambina".
Bambina è l’io narrante, che ci trascina in un vortice di ricordi accumulati, di storie di famiglia ricercate, studiate, interpretate in un lunghissimo lasso di tempo: dal 1519, in Messico, al tempo di Hernàn Cortés, lontanissimo progenitore della casata, fino ai giorni nostri, quando la scrittrice consegna il suo manoscritto, nel gennaio 2013. Centro geografico di tutto il racconto è la Sicilia, e in modo specifico la città di Palermo, dove la protagonista nasce e da dove tutta la lunga saga familiare ha la sua origine e il suo svolgimento.
Tentarne un sia pur breve riassunto sarebbe troppo difficile, ma certo non si può omettere la ricchezza di implicazioni storico-politiche che i feudatari spagnoli, poi siciliani, hanno svolto nel lungo passaggio che porterà l’isola a divenire parte dell’Italia. Con la scrittrice ripercorriamo una storia del Sud che gronda sangue: dalla rivolta di Masaniello all’89, dal passaggio della corona ai Borboni di Napoli ai moti risorgimentali, la Costituzione siciliana del 1812, il ’21, il ’48…e poi Garibaldi e i Mille, il Brigantaggio, la questione meridionale, i Fasci siciliani, la Belle Epoque palermitana, il Liberty, l’avvento del Fascismo, la Seconda guerra mondiale, e ancora la Mafia, il terrorismo, il sacco di Palermo…
Nelle principali evenienze storiche la famiglia Monroy ha un ruolo che ci viene raccontato per spiegarne le pulsioni, i tradimenti, la Grande Rovina avvenuta nel secolo scorso: supersitizioni, perdite al gioco, affari sbagliati e cause insensate hanno spogliato questa casata principesca di tutti i loro beni e di cospicui patrimoni andati in fumo. Gli ultimi bagliori dell’antica potenza sono la storia dei genitori della protagonista, Alberto e Anna: lui, il principe, un famoso scienziato, di casa in America e nei principali consessi scientifici internazionali, direttore di riviste, il vanto dell’università palermitana, amato e seguito teneramente da Anna, divenuta siciliana dopo che sua madre Cornelia, giovanissima e promettente scienziata milanese, aveva accettato di sposare il suo professore,anche egli nobile siciliano, e di trasferirsi nell’isola. Dunque una commistione di sangue della tradizionalissima ed arcaica società aristocratica siciliana con la parte più vitale della cultura milanese di stampo illuminista, da cui la Monroy deriva e a cui fa risalire la sua identità di giovane ribelle nei faticosi giorni del dopo ’68, quando la Sicilia si accorge che la mafia è un cancro che sta distruggendo l’intera nazione, mentre cadono sotto i colpi delle armi assassine a Palermo, Dalla Chiesa e sua moglie e tutte le altre vittime predestinate.
Personaggi indimenticabili sfilano nel romanzo, soprattutto le donne: Aurora, Angela, Adele, Cornelia, altrettante matriarche che nel tempo tentano di conservare ciò che la Storia ha consegnato loro, soprattutto la memoria. Bellissime le immagini della città siciliana nei primi anni sessanta, con Luchino Visconti che gira il celebre Gattopardo, mentre le famiglie della nobiltà si propongono come comparse per le scene più spettacolari.
“Bambina” è una siciliana sui generis, nel palazzo palermitano viene allevata da un Fraulein austriaca, ma molta parte della sua vita si è svolta negli Stati Uniti, a Woods-Hole, vicino a Cape Cod, un luogo dell’anima americana dove sorge il Marine Biological Laboratory nel quale si riuniscono i premi Nobel e dove Alberto è di casa; ma anche a Napoli, dove sorgeva la Stazione Zoologica al cui successo tanto aveva contribuito lo scienziato siciliano e dove Bambina e sua sorella studiano.
Il fascino dei racconti che si susseguono e si intrecciano, si sovrappongono in un intrigo di tempi, luoghi, sentimenti, rimpianti, costituiscono il fascino di questa narrazione un po’ barocca, fatta di molta storia e molte bugie, come dice la stessa autrice. La Monroy ci consegna però una ricostruzione esaustiva di un brano non secondario della vicenda del Sud del nostro paese, vista in un’ottica originale: il giovane erede della casata che si è compromesso con la Rivoluzione del ’48 e viene mandato in esilio, accompagnato al porto dal padre, Principe Alonso Ambrogio di Pandolfina che non lo rivedrà; Peppino Garibaldi, che in compagnia di Ciccio Crispi e Bixio parla francese e si interroga su questa terra sconosciuta, troppo calda e assolata per il suo poncho sudamericano, o in tempi più vicini i principi che si inchinano e pagano il pizzo ai loro ex servi, ora capi mafiosi, nel Palazzo dei Normanni a Palermo, sotto un sindaco di nome Salvo Lima...
Un bel regalo il libro di Beatrice Monroy, un tassello originale e intelligente che mancava alla pur ricca letteratura siciliana, un libro che profuma di glicini, gelsomini, fichi d’india, anche se esecuzioni, torture, auto da fè, violenze di ogni genere, sangue innocente e fame atavica non vengono tralasciati nel lungo, appassionato racconto.
Oltre il vasto oceano. Memoria parziale di Bambina
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