Operazioni aeree sulla Normandia
- Autore: Agostino Alberti, Luca Merli, Stefano Merli
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2023
La superiorità aerea alleata nei cieli della Normandia, nei primi del giugno 1944, è stata uno dei fattori di successo dello sbarco nel D-Day. In effetti, il contributo dall’aria all’invasione dell’Europa occidentale occupata dai nazisti era già in atto da diverse settimane, con il Transportation Plan, l’intensa attività di bombardamento sulla rete ferroviaria, le infrastrutture stradali, gli obiettivi militari e quelli civili interessati dalle attività belliche.
Sono aspetti poco noti, esaminati da tre ricercatori ed esperti d’aviazione della seconda guerra mondiale, Agostino Alberti, Luca e Stefano Merli - tre quinti del cremonese Gruppo di Ricerche Air Crash Po Airfinders - nel libro Operazioni aeree sulla Normandia, pubblicato da IBN Editore (Istituto Bibliografico Napoleone, Roma, novembre 2023, collana “Aviolibri Dossier”, 132 pagine), con numerose belle fotografie in bianconero, su carta patinata, in parte minore a colori.
Il Gruppo Airfinders è stato co-fondato nel 2007 dal prof. Alberti. Soncinese (Cremona) del 1969, laureato in pedagogia a Parma, insegna nell’istituto commerciale di Soncino ed oltre a pubblicare per IBN Aviolibri, collabora con “Storia Militare”, “Aerei nella Storia” e riviste di storia locale. Il progetto Air Crash Po è nato da cinque ricercatori, un team di appassionati impegnato a raccogliere notizie sui raid aerei in Val Padana, tra il luglio 1944 e l’aprile 1945. Servono a individuare i resti di aerei abbattuti, finora sedici recuperati, un risultato davvero notevole anche nel rispetto dei caduti.
I tre autori si soffermano in questo lavoro sulla componente aerea dell’Operazione Overlord, pur senza voler analizzare nel dettaglio le complesse azioni in volo sulla Normandia, solo presentare alcuni aspetti e tentare di rispondere a certi interrogativi. Il dominio alleato dei cieli fu davvero determinante? Le incursioni strategiche sulle fortificazioni del Vallo Atlantico raggiunsero gli obiettivi? Il Transportation Plan, l’offensiva aerea contro il sistema ferroviario della Francia nordoccidentale, ebbe successo? Quali le conseguenze delle incursioni aeree alleate sulla popolazione? Il 6 giugno, la Luftwaffe rimase assente dal cielo? I razzi dei cacciabombardieri Hawker Typhoon riuscirono davvero a neutralizzare la minaccia dei formidabili carri armati tedeschi?
Rispondendo a questo ventaglio di domande, i ricercatori si augurano di offrire un contributo, sia pure relativo, alla ricostruzione storica del “giorno più lungo”, la più grande operazione militare della storia.
Del resto, proprio il dominio angloamericano dei cieli rappresentò la maggiore concausa del successo dello sbarco. I “prerequisiti” della battaglia di Normandia erano il rapido sfondamento delle difese del Vallo e la conquista di una testa di ponte in grado di assicurare un flusso di rifornimenti superiore a quello nemico. Gli obiettivi dei combattimenti terrestri vennero pienamente raggiunti, con la collaborazione di dinamiche concomitanti: il mancato coordinamento tra von Rundstedt e Rommel sulla posizione di partenza delle divisioni corazzate, il ritardo tedesco nell’impiego delle riserve, le vittorie russe sul fronte orientale nell’Operazione Bagration, i sabotaggi attuati dalla resistenza francese, il ruolo della decrittazione Ultra, l’insistenza alleata nel simulare un altro sbarco imminente nel Passo di Calais.
Indubbiamente, però, l’apporto determinante venne dal dominio dei cieli. Quattro gli obiettivi delle aviazioni Usaaf e Raf, a cominciare dall’assicurarsi la superiorità aerea, esito di un’avioffensiva combinata, iniziata nell’autunno 1943, pagata a caro prezzo, con oltre 2mila velivoli perduti. Altro target: la distruzione del sistema ferroviario della Francia occidentale: stazioni, linee ferrate, scali, depositi, officine di riparazione, locomotive, vagoni, ponti, piattaforme girevoli, per bloccare il traffico su ferro tra la Senna, la Normandia e la Bretagna. In previsione del D-Day, vennero anche intensificate le azioni di bombardamento delle linee difensive fortificate lungo la costa e nell’entroterra. In aggiunta, la ricognizione teneva aggiornata la mappatura fotografica dell’Europa occupata.
Si possono dire raggiunti, nel complesso, a eccezione della distruzione delle postazioni del Vallo Atlantico. Ma il campo di battaglia venne isolato dal resto della Francia?
È oggettivo che la reazione germanica agli sbarchi sia stata cauta e incerta, nel sospetto che fossero un diversivo rispetto all’azione principale nell’area di Calais.
Unità della XV Armata non vennero mai spostate in Normandia, tre divisioni corazzate rimasero a Sud della Loira. Tuttavia, se due di fanteria giunsero da Danimarca e Norvegia, e tre vennero trasferite in Russia e Italia - movimenti “privi di senso” sul sistema ferroviario devastato - gli altri concentramenti di grosse unità subirono attacchi aerei relativamente limitati e perdite insignificanti. Qualcuna si mosse indisturbata.
Le operazioni dall’aria ottennero un aiuto decisivo, non del tutto preventivato, dalle esitazioni dell’alto comando tedesco, che ritardò l’invio di truppe e mezzi della Wehrmacht. Rommel avrà pure avuto ragione nel prevedere che il controllo aereo alleato avrebbe ostacolato i movimenti delle forze corazzate tedesche, ma secondo lo storico britannico David Fraser sbagliava nel trarre:
“La conclusione che li avrebbe resi impossibili”.
Il dominio dei cieli giocò un ruolo, quindi, condizionando la capacità d’iniziativa nemica, ma la vittoria dovettero pur sempre strapparla le fanterie, metro su metro, appoggiate dall’artiglieria e dai mezzi corazzati, nella terribile estate normanna del 1944.
Operazioni aeree sulla Normandia
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