Ophélie si vendica
- Autore: Michel Bussi
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: E/O
- Anno di pubblicazione: 2024
Una caratteristica peculiare di Michel Bussi, “l’autore francese di gialli più venduto oltralpe”, è che i suoi libri non hanno personaggi fissi, ripetitivi, stereotipati.
A ogni romanzo che pubblica, in italiano per Edizioni E/O con traduzione di Alberto Bracci Testasecca, i lettori si trovano di fronte a storie originali, a personaggi diversi, a trame sempre avvincenti ma mai simili.
L’unica costante è l’ambientazione, in molti casi nella città di Rouen in Normandia. Lì si svolge anche la storia della piccola Ophélie, la bambina di sette anni con cui inizia Ophélie si vendica (E/O, 2024, traduzione di Alberto Bracci Testasecca), dorme nel letto a castello di una casa in un enorme agglomerato di palazzi anonimi, stringendo il suo gatto Bolduc e un libro di fiabe di Andersen che le è stato donato e che sua madre Maja le legge ogni sera. Ma quella sera una lite furiosa tra i suoi genitori, il padre ubriaco minaccia la moglie, causa il terrore della donna che fugge, dopo aver chiesto ripetutamente aiuto all’addetto ai servizi sociali che dovrebbe prendersi cura della famiglia. Nella fuga purtroppo Maja precipita giù da un muretto, e muore all’istante. E’ stato il marito a spingerla, o si è trattato di un incidente? La piccola Ophélie viene messa al sicuro in una struttura che accoglie bambini senza genitori: il padre è in arresto, mentre la nonna Mette vive al sud e non si può occupare della nipotina.
Per la piccola comincia una vita che trascorrerà alla Prairie, in camera con Nina, che diverrà la sua amica del cuore, sotto la responsabilità della severa educatrice Béné. Ophélie è convinta che la causa della morte di sua madre è di Richard Vidame, l’uomo che, supplicato da Maja che l’ha chiamato certa che il marito l’avrebbe uccisa, non l’ha soccorsa, andandosene via a bordo di una Volvo nera, dove una donna lo stava aspettando.
Questa la premessa: passano gli anni, e la voglia di vendetta di Ophélie non si placa, anzi diventa una vera e propria ossessione, che passa sopra ad amicizie, a complicità, persino agli amori.
Non si può dire di più di quesa trama complessa, piena di personaggi ambigui, di cui non sappiamo se fidarci, e dei cui la stessa ragazza, ormai adulta, non riesce a decifrare la vera natura: suo padre Jo è innocente? Richard Vidame, che ormai è divenuto un politico di fama, è il vero colpevole? Infine che ruolo svolge il vecchio poliziotto Lazare, suo vicino di casa, che vuole aiutarla nella ricerca dei testimoni di quella terribile notte e che continua a scrivere a Ophélie che tutti chiamano “Folette”? E per quale assurda coincidenza il figlio di Vidame, Antoine, suo compagno di università, possiede lo stesso identico libro di favole di Andersen, quello che lei conserva con amore, insieme a una scatoletta che serve a scacciare i dispiaceri?
Michel Bussi cambia le carte in tavola, le mescola, ci fa ricredere sull’idea che ci eravamo fatti, non svela nulla fino alle ultimissime pagine del thriller, genere del quale è davvero grande maestro.
Ophélie si vendica è un romanzo avvincente che si svolge a partire di primi anni Ottanta, quando erano appena comparsi i telefonini Motorola, quando internet si chiamava “minitel”, e gli studenti manifestavano in piazza contro Juppé. Un quadro sociale molto ben disegnato, poveri e ricchi, servizi sociali che sembrano efficienti, amore e amicizia, famiglie disfunzionali, giovani senza futuro, spaccio, razzismo, disuguaglianze.
Ma Michel Bussi sa tenere tutto insieme con una scrittura efficace, e il romanzo si divora.
Ophélie si vendica
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