Ora che è novembre
- Autore: Josephine Johnson
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Bompiani
- Anno di pubblicazione: 2016
Il romanzo “Ora che è novembre” (Bompiani, 2016, titolo originale Now in november, traduzione di Beatrice Masini), edito nel 1934, valse il Premio Pulitzer nel 1935 all’autrice statunitense Josephine Johnson (1910-1990).
“Ora che è novembre riesco a vedere gli anni come una cosa sola. Questo autunno è come la fine e insieme l’inizio della nostra vita, e i giorni ora sono nitidi e strani”.
Marget Haldmarne tornava indietro con il pensiero al tempo in cui circa dieci anni prima, la sua famiglia dalla città si era trasferita in campagna. Era il mese di marzo e le colline testimoniavano ancora l’inverno che stava per lasciare il passo alla primavera, “I frutteti avevano un aspetto vivo”. La casa, ora inabitata, era vecchia e la terra ipotecata apparteneva agli Haldmarne fin dalla Guerra Civile. Arnold Haldmarne, il quale non era nato per fare il contadino, la moglie “sopportava tante cose e doveva affrontarne molte”, la figlia maggiore, l’inquieta Kerrin, la quattordicenne Marget e la piccola Merle si erano lasciati alle spalle l’altra vita come se non fosse mai esistita. Erano gli anni che seguivano la Depressione e Arnold sperava, anche se in
“un mondo che non era meno duro a rovinare un uomo”
di trarre sostentamento dalla proprietà. Mentre le ragazzine ritenevano che in un universo agreste stesse per iniziare una grande avventura, il loro padre si guardava intorno per valutare le potenzialità della tenuta trovandola non molto diversa da quella che aveva arato un tempo. La casa, fatta di tavole disposte in verticale e in orizzontale, era ricoperta dalle bignonie e dall’edera rossa. La terra intorno pur irta di pietre era promettente e le pecore pascolavano nei prati limitrofi orlati da rocce consunte. Gli anni passavano lenti, perché gravati delle cose fatte e dal peso di quelle incompiute e ancora da imparare. Le stagioni non stavano mai ferme e scandivano il lavoro domestico per le donne e quello nei campi per Arnold. La pace della collina e i pascoli rocciosi riuscivano a donare serenità alla perspicace Marget. Una costante fin dal loro arrivo era il debito, una palude senza fondo impossibile da sanare che rendeva l’esistenza del capofamiglia, un arrancare furibondo. In quel marzo in cui la primavera era arrivata in anticipo, era piovuto pochissimo.
“Il terreno era duro e i germogli spuntavano a fatica”.
Il fragile equilibrio della famiglia era stato rotto dall’arrivo del trentunenne Grant Koven, alto e magro e dal sorriso rapido e improvviso, ingaggiato per lavorare nella proprietà. Kerrin, Marget e Merle si erano innamorate del giovane uomo gentile e sensibile, il quale conosceva la città e aveva studiato.
“Ora che è novembre”, con uno stile evocativo e potente dipinge un incisivo ritratto di una famiglia negli anni Trenta dello scorso secolo narrato dalla lucida e acuta voce di Marget, la quale giunto novembre racconta della dura vita in campagna, del destino avverso che piomba sugli Haldmarne e sulla comunità limitrofa e che ha come sfondo una natura indifferente e impietosa.
“È stato un anno lungo, più lungo e più importante di tutti i dieci anni prima”.
Ora che è novembre
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