Ore 13.15 di Paolo Bulzi e Maria Patelmo

Commistione di molti generi: mystery, ghost story, commedia degli equivoci, fiaba dark, fantascienza, giallo e farsa. Ore 13.15 (Aporema Edizioni, 2020), il romanzo firmato a quattro mani da Paolo Bulzi e Maria Patelmo, si basa su una trama un po’ esile, ma ben sviluppata, di certo raccontata con freschezza e pulizia. Ci sono molte trovate divertenti, anche se non tutte di prima mano, poi si riscontra ingegno nella scrittura, mai ripetitiva o sciatta. Nonostante il gusto shocking e comico di cui si nutre il lavoro, non mancano gli spunti di sviluppo più seri e ricercati (si tratta con pertinenza di viaggi nel tempo e di questioni storico-archeologiche).

La storia racconta di Jimmy Wolker, un medium statunitense in gita a Napoli con la compagna e la sorella, che viene avvicinato e poi molestato da uno strano signore, una sorta di inventore pazzo, che gli chiede di incontrare il fantasma della moglie. Il problema è che questo fantasma è apparso nel passato, e dunque c’è bisogno di un viaggio nel tempo. Viaggio assicurato da una macchina inventata dallo strano signore! Jimmy si lascerà convincere, o meglio costringere, a partecipare a quest’avventura: tornerà indietro nel tempo, ma qualcosa andrà storto...
A un certo punto gli capiterà di visitare la chiesa di Santa Maria la Nova, a Napoli, e di ammirare una tomba gentilizia del Rinascimento. E - sorpresa! - si tratta della tomba del conte Dracula, secondo alcune tradizioni seppellito proprio a Napoli. E dato che Jimmy è in grado di vedere i morti, subito gli apparirà il minaccioso fantasma del sanguinario conte Vlad.

Malgrado la vivacità spesso chiassosa del protagonista e l’estro eccessivo di certe scelte tematiche, il romanzo ha un suo perché. Fila via come una miscela imprevedibile e folle di avventure e misteri. E il divertimento non manca, a parte alcune pagine un po’ troppo sentimentali e certe evitabili cadute di stile.
A tenere insieme tutte queste stramberie è la scrittura fresca e al tempo stesso equilibrata. Le pagine hanno ritmo e un certo stile, cosa che riesce di rado quando a firmare l’opera di sono due scrittori, ma si vede che Bulzi e Patelmo hanno raggiunto un’ottima intesa.
Va da sé che questo Jimmy appare come un personaggio davvero sopra le righe, forse anche un po’ antipatico nel suo essere un pazzo che non smarrisce mai la propria generosità e il proprio coraggio. Un eroe ancora più cattivo e contraddittorio, forse, sarebbe stato molto più divertente e appassionante.