Osmosi
- Autore: Filippo Passeo
- Categoria: Poesia
- Anno di pubblicazione: 2020
Perché viviamo? Per travasarci uno nell’altro con un processo osmotico che si manifesta di continuo. Filippo Passeo esprime questa alta visione nel suo bel libro Osmosi (puntoacapo edizioni, 2020, pp. 67) con postfazione di Mauro Ferrari. Si tratta di poesie scritte in tono colloquiale e appassionato; l’autore sembra rivolgersi continuamente a un ipotetico ascoltatore, crea effettivamente un’osmosi nel raccontarsi, portando la propria parola al livello vibratorio lirico e tramutando le vicende e le emozioni personali in sentimento collettivo e condivisibile. Ne è del tutto consapevole, infatti scrive:
"Accendo un verso / e lo lascio andare tra le stelle, / per quale sotterraneo motivo io non so, / ma da lontano lontano una cometa / è partita nel buio / e ha trovato qualcuno."
Non sapere non è certo possibile, dato il titolo della silloge; piuttosto l’ignoranza si riferisce al subitaneo accendersi del verso, perché l’ispirazione viene quando lei decide e non chiede il permesso. L’essenziale è che si tratti di poesia "onesta", autentica, come voleva Saba e come evidenzia il critico Ferrari. I ricordi sono tema portante, con l’urgenza di esistere ancora, chiedono udienza e sono "colpi d’ascia alle caviglie dei giorni", rivisitati con capacità onirica quasi fantasmatica, specie quelli d’amore:
"Un tango che appoggia / le candele delle tue labbra al mio collo."
Non mancano le disillusioni, anche negli affetti, i dolori immensi, come quello di una figlia irrimediabilmente ammalata, solitaria e tanto bella, i cui occhi incantano gli alberi del viale. Non solo, Passeo vede anche, con lo sguardo della più misericordiosa compartecipazione, il bambino dodicenne mutilato, con le stampelle, vittima di guerra, che vorrebbe correre e mai potrà. Commuove la sua capacità di trovare corrispondenze e partecipare al moto universale della vita, non chiuso in sé ma inserito nel tutto, come nella bellissima:
"Destini di orbite / attorno a una stella, / di volatili attorno a un fiore. / Destino d’opaco vivere / che ruota attorno a te / per avere un po’ di luce / e miele."
Se il destino è identico in natura e nell’uomo, e ciò costituisce un conforto, la malinconia subentra nella impossibilità di compiere: nulla è concluso e la pienezza del desiderio resta un miraggio. Fino a che ogni cerchio "si chiude intorno al collo / con la mano della morte pronta a stozzare".
Eppure il poeta rinasce sempre! Miracolo dell’arte e della sensibilità invincibile, della vitalità mai spenta:
"Esco con la poesia della vita / scappata dalle ore, / esco abbracciando il mondo e / l’umanità a passeggio, / esco per baciare il naso delle donne / che curvano la seta / volo dove lo spazio / non corrode ma si accende."
Ma a intervalli il cuore "galleggia / sopra una palude di tristezza nera".
Siamo di fronte ai due movimenti essenziali del vivere, governato da Eros e Thanatos, amore e morte, inevitabili e strazianti. Come accettarli entrambi? E quale sarà il più forte? Sì, abbiamo la decadenza dei corpi con le passioni ancora frementi; abbiamo l’orrore atomico di Hiroshima e Nagasaki; abbiamo gli orsi bianchi polari destinati all’estinzione a causa dello scioglimento dei ghiacciai, e valvole cardiache e ospedali, e amori tardivi bruciati e "spine si lanciano verso enigmi di rose". Eppure:
"Ma due stelle due stelle / bucano pece e lontananze... luce luce! / Forse perché / è l’amore al di sopra di tutte le cose."
A un poeta bisogna credere. Soprattutto perché è "un angelo con ali insanguinate / per aver asciugato le ferite alle strade". Ecco la missione dell’arte. Poiché questo libro è pieno di stelle, anche per l’autore, come scrive Mazzini, "l’arte vive la vita dell’Universo" ed è "sacerdozio morale".
Osmosi
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