Paese infinito
- Autore: Patricia Engel
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Fazi
- Anno di pubblicazione: 2022
La casa editrice Fazi pubblica oggi, 12 maggio, Paese infinito di Patricia Engel, una fra le migliori scrittrici di origine sudamericana. La traduzione è di Enrica Budetta.
È proprio nella Colombia, terra natia di Engel, che nascono alcuni fra i protagonisti della storia. La narrazione si apre con la vicenda di Talia, una ragazza di quindici anni che fugge da un riformatorio gestito da suore nelle montagne colombiane. Talia è in casa di correzione per adolescenti a causa di un gesto criminoso che ha compiuto in età ancora adolescenziale e quindi non del tutto consapevole di ciò che è bene e ciò che è male.
Talia è nata negli Stati Uniti, ma è cresciuta con il padre e la nonna Perla in Colombia. La madre e i due fratelli maggiori sono negli USA ma lì sopravvivono spostandosi da una città all’altra poiché non hanno alcun permesso di soggiorno.
Il romanzo è la storia di una famiglia colombiana nata dall’unione di Elena e Mauro, che assai giovani s’incontrano e s’innamorano all’inizio di questo Millennio.
Non è un periodo facile in Colombia:
“In Colombia la fine del secolo non aveva portato anche quella della violenza, ma soltanto nuove teste per il mostro. Dalla plebaglia ridistribuita dopo la deportazione di centinaia di migliaia di persone, ad attacchi continui ai danni dei cittadini, come ad esempio il dirottamento di un aereo del Bucaramanga, i cui passeggeri erano stati rapiti e portati nella giungla, il rapimento di massa di fedeli di una Chiesa a Cali, l’occupazione da parte della guerriglia della città amazzonica di Mitù, i massacri di paramilitari a Macayepo e El Salado, dove dozzine di persone, compresi i bambini, erano state torturate a colpi di machete e ammazzate. – Questo paese non sa che sta morendo – commentò Mauro mentre guardavano il telegiornale dopo cena”.
Poco dopo la nascita della loro prima figlia, Karina, Elena e Mauro, affrontando tristi prospettive economiche, riversano il loro pensiero e i loro sogni sugli Stati Uniti. In Colombia rimane Perla, la madre di Elena, che porta avanti una lavanderia che le permette una vita dignitosa. Elena e Mauro lasciano Bogotà e vanno a Houston ma cominciano a sperimentare le ansie e le paure di vivere negli Stati Uniti senza documentazione ufficiale.
In capitoli che si spostano tra il presente di Talia e numerosi flashback sul passato della giovane famiglia boliviana, si snoda la narrazione in cui non mancano le difficoltà, le sofferenze ma anche il coraggio di condurre una vita familiare in un luogo ostile e non permesso alla giovane famiglia. Elena è una madre affettuosa e presto dà alla luce il suo secondogenito, Nando, il maschio di famiglia, orgoglio del papà.
Le ragioni per restare sono fulcro delle vicende del libro. Negli Stati Uniti ci sono opportunità di lavoro per inviare denaro a casa alla madre di Elena, Perla. C’è anche il costante ricordo della violenza politica in patria e degli attacchi della guerriglia. Eppure il romanzo non glorifica mai gli Stati Uniti, che non sono una Terra promessa, ma comunque il luogo migliore ove costruire il proprio futuro. Quella Terra si rivela ogni giorno di più luogo in cui si può avere un lavoro solo sottobanco, in cui si è costretti a evitare la legge, ad affrontare lo sfruttamento e l’abuso, sia fisico che morale. Tutto questo anche a costo della separazione e dell’espulsione, come succede a Mauro. Poco dopo la nascita della loro figlia più piccola, Talia, Elena fa un gesto coraggioso e doloroso per una madre: la manda a vivere in Colombia con sua madre e il marito.
La vita non è facile né in Colombia né negli Stati Uniti per nessuno di loro. Mentre Elena cerca, a stento, di dare ai due figli un certo decoro sia economico che sociale, in Colombia Mauro attraversa alcuni anni bui per cui è la suocera Perla a doversi prendere cura della nipotina Talia. Proprio quando Mauro riesce ad avere un piccolo lavoro e a riacquistare una certa dignità, i ruoli fra Perla e Talia si scambiano a causa di una grave malattia dell’anziana donna. Talia si prende cura della nonna al posto della madre Elena, che è lontana, e lo fa con estrema tenerezza: in quei luoghi in cui c’è tanta povertà pare abbondi però la sollecitudine e l’aiuto nel momento del bisogno.
A stupire i lettori è anche il fatto che chi narra le vicende si faccia riconoscere solo verso la fine del libro. Non è Talia, la protagonista assoluta del romanzo a raccontare della famiglia:
“Mi conoscete già. Sono l’autrice di queste pagine. La mia storia è più di questo ma ciò che vi serve sapere per il momento è che ho avuto dei confini tracciati intorno a me per tutta la vita, eppure mi rifiuto di vivere come una persona confinata. Odio il termine clandestino… Questo status che ti viene assegnato vuol farti credere che il governo americano sia una specie di altro genitore. Quello che ti respinge, in favore del figlio prediletto”.
Riuscirà a riunirsi la famiglia costruita da Elena e Mauro? Di certo il tempo ha cancellato in buona parte il loro sogno americano, quello a cui tanti immigrati sono attratti, il sogno di promesse che si rivelano il più delle volte irrealizzabili.
Patricia Engel con il suo Paese infinito cattura i lettori sia per le vicende dei protagonisti, sia per la profondità delle tematiche socio-politiche affrontate. Il finale “quasi lieto" non basta a mitigare gli importanti e drammatici temi dell’immigrazione, della separazione familiare, del ruolo subalterno di chi vive ai margini di una società di cui non fa parte e soprattutto di quanto le lotte politiche interne a una terra come la Colombia, così come tante altre nazioni, costringano le famiglie a lasciare i luoghi e gli affetti più cari.
Paese infinito
Amazon.it: 9,99 €
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Paese infinito
Lascia il tuo commento