Pasolini. La città dei sensi
- Autore: Giommaria Monti
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2022
“Al di là di tutto, una cosa è certa: nessuno scrittore italiano del ‘900 ha legato come Pasolini la propria opera e la propria stessa esistenza al destino di una città.”
Su Pier Paolo Pasolini è stato scritto molto e per questo motivo risulta difficile aspettarsi qualcosa di nuovo, che non sia già stato detto. Capita di scoprire, a volte, quanto la realtà non sia proprio così scontata, cercando tra le pieghe della produzione editoriale, senza scomodare i grandi marchi e guardando invece nel circolo vivace e prezioso della piccola e media editoria. Sembra sia il caso di questo interessante volumetto scritto da Giommaria Monti: Pasolini. La città dei sensi (Diadema edizioni, 2022).
Il libro, curato dalla sempre attentissima Flora Fusarelli, raccoglie una decina di brevi saggi che indagano alcuni diversi aspetti della relazione intellettuale e poetica di Pasolini con la città di Roma.
“Io sono arrivato a Roma dal Friuli, fresco della campagna e del mondo contadino pulito, preciso, morale, onesto; e sono arrivato in questo enorme calderone che è la periferia romana. Questo ha causato in me un trauma umano, sentimentale direi di nervi, proprio.”
Dal rapporto particolare tra l’Uomo e la città così come essa poteva presentarsi dagli anni ’50 agli anni ’70, scaturisce una letteratura che se analizzata può offrire una visione complessiva del pensiero dello scrittore e non limitata al suo rapporto con la città. Quello che Giommaria Monti porta a termine è un lavoro ambizioso e di qualità, ricco di citazioni, rimandi e riferimenti. Non sarebbe bastato associare ciascuna traccia testuale a un commento finalizzato a collocarla in un contesto; tale procedimento sarebbe risultato banale pur nella sua eventuale coerenza. Monti si è spinto oltre, assumendosi responsabilità, assorbendo il testo pasoliniano — una buona bibliografia è disponibile alla fine del libro — e ricavandone una visione d’insieme attraverso un’analisi di tipo socio-antropologico.
“Il punto di osservazione della città che Pasolini sceglie di raccontare è un luogo di connessione tra la città e la non-città: la borgata. Questa zona franca dell’economia cittadina, dove la borghese storia non entra e dove non ha più luogo l’organizzazione del microcosmo rurale, diventano i punti di raccordo tra la città ‘classica’ e la nuova metropoli.”
Emergono così dal vissuto di Pasolini idee e parole come paradosso, contraddizione, toponimo, nomadismo, itinerario, sguardo, visione. Roma è metropoli che non ha raggiunto una sua identità ma è anche periferia che non ha un suo vero centro, popolata da una umanità non realizzata, in attesa e a tratti disperata. La presenza fisica in un luogo come quella città diventa allora oggetto e metafora e si muta infine in prodotto intellettuale, narrazione poetica, idea politica ma anche entusiasmo, speranza, curiosità, meraviglia, riflessione e disillusione.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Pasolini. La città dei sensi
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