Passaparola
- Autore: Simon Lane
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Straniera
- Anno di pubblicazione: 2014
“Chiuso nella cella di una prigione di Parigi, Felipe, un domestico filippino, prova a discolparsi dall’accusa di aver ucciso il suo capo, un procuratore generale, che in realtà ha trovato già morto sul tappeto di casa, la mattina che è andato a pulire. Nel tentativo di sbarazzarsi dell’uomo, Felipe ha infatti trascinato il corpo fuori casa per poi infilarlo in un bidone per la differenziata, bidone che ha spinto per mezza Parigi nel giorno più lungo dell’anno, e in piena Festa della Musica. Un viaggio surreale per consegnare il suo capo alle acque della Senna, e che Felipe racconta al suo avvocato grazie a un registratore, per convincerlo della sua innocenza. Perché no, Felipe non ha ucciso monsieur Charles. Ma se non è stato lui, allora chi?”
“Passaparola” di Simon Lane (Ottolibri, 2014) è un murder mistery come ti suggerisce la copertina, ma, di fatto, è un romanzo singolare, unico, strano. D’altronde lo scrittore, inglese di nascita, francese di adozione, era un uomo brillante che ha fatto della sua vita “un’opera d’arte”, molti gli aneddoti bizzarri e stravaganti che lo riguardano da vicino, come quella volta che si è tolto pubblicamente i pantaloni in un locale, con un rigido dress code, per darli a un’amica in jeans che altrimenti non sarebbe potuta entrare.
Felipe, l’io narrante del romanzo, un immigrato clandestino a Parigi, che per vivere fa il domestico personale, è finito in cella poiché sospettato di aver ucciso uno dei suoi cinque datori di lavoro, Monsieur Charles. Il suo avvocato gli ha suggerito di registrare la sua versione dei fatti. Lui accetta, pur sapendo di non avere molte possibilità di essere creduto e inizia a registrare la storia o meglio la cronistoria di quel venerdì fatale in un lungo monologo, abilmente riportato nel romanzo dall’autore.
Ne viene fuori una cronaca assurda piena di dettagli, a volte ripetuti: il ritrovamento del morto nel salotto, lo strano impulso di mettere a posto l’appartamento, la decisione di buttare il corpo nella spazzatura, la passeggiata per Parigi trascinando il bidone della spazzatura, il tentativo di gettare tutto nella Senna, i ricordi continui che rimandano ad altre situazioni, ad altri personaggi.
Seguendo la cronaca il lettore scopre dettagli della vita dell’uomo: il suo sentirsi donna e la sua triste relazione con il compagno, Raimundo, il suo rapporto con i suoi datori di lavoro (Signor Agostini, Mister Penfold, Madame Gregory, Senhor Ponte, Monsieur Charles), il suo problema con l’alcol e la sua passione per la lettura. Insomma un moderno flusso di coscienza di un personaggio goffo, ingenuo, un antieroe per eccellenza.
La scrittura di Simon Lane offre un viaggio della mente, che riflette la natura peripatetica della vita dell’autore stesso e unisce uno stile lirico all’esplorazione metaforica della condizione umana di creare un mondo a sé, sempre colorato con un raffinato senso dell’umorismo, non importa quale sia il soggetto della narrazione. Ecco perché non possiamo ritenere “Passaparola” un thriller e lo dobbiamo, invece, leggere come un romanzo grottesco, surreale, scritto con profonda ironia e acutezza.
Il New York Times ha descritto Simon Lane come “Uno scrittore artistico e divertente…. Non c’è pericolo di annoiarsi con lui” ma lui prima di morire a soli cinquantacinque anni descriveva se stesso come “un bevitore con il vizio della scrittura”.
Noi ringraziamo l’Ottolibri che dopo dieci anni dalla prima pubblicazione di questo romanzo ha creato un’antologia dal titolo “99 rimostranze a Dio” a cura di Eva Clesis e ha tradotto e pubblicato uno scrittore ancora inedito in Italia. Simon Lane inoltre è stato promosso e portato in Italia dallo scrittore Francesco Forlani, che l’ha conosciuto personalmente e ha curato la splendida prefazione di questo romanzo.
Passaparola
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