Piero. Un pittore per due nemici
- Autore: Carlo Bertelli
- Genere: Arte, Teatro e Spettacolo
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Skira
- Anno di pubblicazione: 2014
Carlo Bertelli aveva iniziato a lavorare al catalogo per una mostra in cui si sarebbero confrontati direttamente, a Brera, i ritratti di Sigismondo Pandolfo Malatesta, signore di Rimini, e Federico da Montefeltro, signore di Urbino. Il ritratto di Sigismondo del Louvre non si è mai spostato (i francesi pretendevano un cambio impossibile: il Cristo Morto di Mantegna, inamovibile) e la mostra non si è fatta.
Carlo Bertelli, già redattore di tanti saggi di letteratura artistica e con alle spalle attività di Soprintendente e Ispettore, oltre che di docente e critico d’arte, non ha rinunciato a presentare il risultato delle sue ricerche in “Piero. Un pittore per due nemici”, un breve saggio pubblicato dalla casa editrice Skira, nella collana SMS - Skira Mini Saggi.
Il tema del libro è incentrato sui due signori ritratti, Sigismondo Malatesta e Federico da Montefeltro e sulle qualità di Piero, pittore mirabile e fine matematico. È una dotta dissertazione che mira a dimostrare come l’artista, nato a Sansepolcro quando la sua città era sotto il dominio dei Malatesta (1415 secondo la Fondazione Piero della Francesca), vide poi passare il Borgo sotto il dominio di Firenze, per volere del Papa. A Sansepolcro la tensione tra le famiglie schierate su posizioni opposte pro e contro il Papa, non impedirono a Piero della Francesca di lavorare per le due famiglie rivali, quella dei Graziani, guelfi, e quella dei Pichi, ghibellini. Infatti, scrive Bertelli:
"In un tempo imprecisato dopo il Battesimo dipinto per i Graziani, Piero scrisse per i Pichi il suo trattato d’abaco. Dipingere un capolavoro e, nello stesso tempo, scrivere un trattato di contabilità. Presentarsi come ’matematico e pittore’. Tali erano le credenziali di Piero, che gli assicurarono stima e rispetto dovunque. Per lui, la certezza matematica e la certezza di una pittura strettamente controllata procedevano insieme".
È così, con la stessa logica, che Piero della Francesca poté essere al servizio di due acerrimi rivali, Sigismondo Malatesta e Federico da Montefeltro, e farne il ritratto nella medesima posa, di profilo, restando fedele a ognuno dei personaggi rappresentati. Il professore Carlo Bertelli ha compiuto un’ampia dissertazione sulle opere di Piero della Francesca ritenute particolarmente significative (la Flagellazione, i ritratti di Battista Sforza e Federico da Montefeltro, la Pala Brera, San Gerolamo e un devoto, le opere con presente il ritratto di Sigismondo Malatesta) e le ha messe a confronto con la produzione artistica coeva senza dimenticare l’influenza che ebbe sul suo concittadino Luca Pacioli, fine matematico. Piero della Francesca ha una tale statura d’artista che lo pone su un livello assoluto di perfezione e di ideali assoluti.
"Piero della Francesca fu l’impeccabile ritrattista di entrambi i rivali (…). Non sapremo mai quali fossero i suoi sentimenti nei loro confronti. (…) Si direbbe che Piero intendesse essere presente nelle grandi costruzioni umanistiche di Rimini e Urbino, ma senza sposare la causa dei rispettivi tiranni. L’architettura della sua stessa casa dimostra quanto avesse creduto negli ideali di Rimini e Urbino e della Roma rinnovata".
“Piero. Un pittore per due nemici” è un saggio breve ma denso e ricchissimo di spunti e riflessioni che inquadrano l’artista nel contesto storico-culturale ed artistico dell’epoca.
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