Pioggia sottile di Luis Landero

Fazi nella Collana “Le strade” edita il romanzo Pioggia sottile (2023, titolo originale Lluvia fina, traduzione di Giulia Zavagna) scritto nel 2019 dall’autore spagnolo Luis Landero, nato ad Alburquerque, in Estremadura, nel 1948, vincitore del Premio Nacional de las Letras nel 2022.

In ciascun nucleo familiare vi è una persona che si assume il ruolo di confidente, alla quale gli altri si rivolgono per scaricare la propria coscienza, per trovare conforto, per parlare di tutto a ruota libera. Ma non è semplice essere confidente di tutti, ascoltare, quasi come in confessione, i segreti anche più scabrosi, dai quali sono scaturiti a cascata rancori, invidie, gelosie e insanabili incomprensioni.

Cosa ci sarà in Aurora che mette subito a proprio agio le persone, risvegliando in loro la voglia di confidarsi e raccontarle frammenti antologici di vita, segreti che forse il narratore non ha mai rivelato a nessuno?

Con lei tutti si aprono, le vogliono bene, la ringraziano per la comprensione, per quel suo modo di ascoltare così dolce, confortante. Una famiglia come tante a Madrid, composta da una madre, vedova, dal carattere tenebroso, tre figli ormai adulti: Gabriel e le femmine Sonia e Andrea. Aurora, moglie di Gabriel, possiede un dono innato e quasi miracoloso, perché chi la guarda non può fare a meno di sorridere, di rivolgersi a lei per chiederle una sciocchezza qualsiasi, il suo nome, qual è il suo segno zodiacale o il suo fiore preferito, e così ben presto tutti finiscono per raccontarle piccole gioie, obiettivi raggiunti, tentennamenti e infine grandi sventure.

Da quasi vent’anni Aurora è entrata a far parte di una famiglia complicata. La matriarca, dallo spirito fatalista, pessimista, acida e dominante, convinta che “più si vive, più si soffre”. Le figlie femmine, che si odiano a causa di antiche gelosie, accomunate dal rancore nei confronti del fratello. In questa famiglia complicata, livori e sgarbi sono rimasti in letargo, perché i singoli componenti del clan a malapena si sopportano. Eppure, ora che la madre di Gabriel sta per compiere ottant’anni, l’unico figlio maschio vuole organizzare un bel pranzo di famiglia, quei tipici bei pranzi dominati da tante portate e da una straordinaria quantità di cibo, nei quali solitamente i commensali tra un boccone e un altro si lanciano frecciatine e cattiverie reciproche, perché dividono un passato comune fatto di dolore, disperazione e rabbia.

A Gabriel era venuta un’idea grandiosa ed effimera…

Considerato uno dei più importanti scrittori spagnoli, Luis Landero dimostra al lettore come spesso sia “meglio non smuovere le acque rovinose del passato”.
Il passato è simile a una pioggia sottile insistente e inesorabile, che avvolge il presente e condiziona il futuro di una famiglia, un tempo assai lontano felice.
C’era una volta un padre affettuoso, una madre e tre figli piccoli, che videro la loro serenità scomparire con la scomparsa prematura del loro genitore. Da quel momento, soprattutto le sorelle, dovettero crescere di botto, tormentate anche da scelte matrimoniali imposte. Tutto ciò viene confidato ad Aurora, ma anche lei ha i suoi problemi:

Per la prima volta nella sua vita, anche lei ha una storia da raccontare, e con piacere la racconterebbe a qualcuno, ma non sa a chi, e forse non sa nemmeno come raccontarla, perché le mancano le forze per concentrare la memoria su un punto e perde subito il filo e gli episodi si disgregano e si confondono come se qualcuno mescolasse le carte a metà partita.