Prometto di sbagliare di Pedro Chagas Freitas

Prometto di sbagliare di Pedro Chagas Freitas (Garzanti, 2015, titolo originale Prometo falhar, traduzione di Paola D’Agostino) è il nuovo romanzo dell’autore portoghese, insegnante di scrittura creativa, straordinario successo editoriale nato dal passaparola dei lettori che ha conquistato le classifiche e la stampa.

“Cominciai ad amarti il giorno in cui ti abbandonai”.

Furono queste le parole dell’uomo quando dieci anni dopo, per puro caso, rivide la donna della sua vita in un caffè. Lei gli sorrise dicendogli con gli occhi “Ciao, ti amo”, con le labbra “Ciao, tutto bene?”. I due rimasero per ore a chiacchierare finché lui, cercando di ricordare il motivo per il quale l’aveva abbandonata, (“come mi è saltato in mente di lasciarti? Come ho potuto essere così imbecille da non capire che c’era in te tutto quello che cercavo”?), le fece con tutta la naturalezza del mondo, una domanda. Voleva amarla, immediatamente. Lei si alzò dal tavolino del bar e nascondendo le lacrime negli occhi, abbandonò il suo ex innamorato nello stesso modo in cui lui aveva abbandonato lei tanto tempo prima. Non era un gesto di rivalsa o di vendetta, era semplicemente un riflesso incondizionato. La donna voleva proteggere se stessa, perché non voleva soffrire di nuovo. Ma non si può sfuggire al proprio destino... Infatti lui la seguì fuori fino in fondo alla strada che era affollata a quell’ora di punta. L’uno di fronte all’altra, mentre le persone inconsapevoli del dramma amoroso che si stava svolgendo di fronte ai loro occhi distratti, passavano loro accanto.

“Di tutte le cose che amo, sei tu quello che più mi appassiona”.

L’uomo e la donna si abbracciarono e la via parve fermarsi. Ciascuno di loro si era rifatto una vita eppure il loro abbraccio non parve clandestino, perché era chiaro che

“l’unico tradimento sarebbe stato non abbracciare quell’abbraccio”

quindi non lasciarsi andare, per quanti documenti ci fossero a dimostrare il contrario. L’uomo e la donna non si sposarono mai né mai divorziarono, perché non volevano perdere tempo con carte inutili. Le uniche carte che i due irriducibili innamorati firmarono quotidianamente furono quelle delle poesie che religiosamente, si lasciavano reciprocamente negli angoli più nascosti della casa.

“Per favore mostrami tutti i tuoi difetti: è tutto ciò che mi serve, per essere felice”.

Gli scritti terminavano sempre con la medesima frase: “Ti amo”. La società li aveva rinnegati e li chiamava “i fuggitivi”, ma a loro non importava.

“Sì lo voglio, furono le parole di lui quando lei, in municipio come si conveniva, gli chiese se voleva non sposarla mai”.

In questo insolito e originale romanzo, dedicato “A Barbara. Perché tutto”, l’autore descrivendo nelle prime pagine del libro un lieto fine romantico fa parlare un uomo che scrive una lunga dichiarazione d’amore alla propria donna. Il protagonista non è né Pessoa, né Hesse, né Neruda, ancor meno Beckett, eppure le sue parole così semplici e coinvolgenti toccano il cuore del lettore.

“... che ne so io della poesia, so solo che non ho mai visto una poesia più bella di te”.