Giovedì 8 aprile alle 20:30 Fabiana Scamardella, collaboratrice di Sololibri e blogger, intervisterà la scrittrice Elisa Ruotolo, in libreria con Quel luogo a me proibito (Feltrinelli, 2021).
L’intervista sarà pubblicata in diretta Facebook sulla Pagina Il belato della Cultura e in contemporanea sulla Pagina Facebook di Sololibri.net.
Quel luogo a me proibito: recensione del libro di Elisa Ruotolo
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Elisa Ruotolo con il suo romanzo Quel luogo a me proibito ci porta in un piccolo centro vicino a Napoli dove ci fa conoscere una donna, abituata a privarsi dei propri impulsi e desideri, che quasi non conosce se stessa e che si sviluppa in un contesto familiare molto rigido, basato sul pensiero altrui, sull’immagine esterna e volto a evitare di dare occasioni alle malelingue di parlare di sé.
Questo approccio, che è diventato normalità, porta la protagonista a crescere in una gabbia che lei scambia per candore, una sorta di castrazione che finirà con l’impedire di sentire ogni tipo di impulso naturale, fame, desiderio, piacere senza che si palesi violentemente una sensazione di essere sporchi. Quando da bambina si confronta con la realtà esterna fatta di coetanei, liberi e spudorati ai suoi occhi, come Nicla una ragazzina più disinibita, dotata di schiettezza verace e di senso pratico, la protagonista comincia a chiedersi se i libri nei quali, a differenza di Nicla, lei si rifugia, non siano davvero un modo per prepararsi alla vita bensì un muro, considerando invece Nicla più preparata alla vita, più sveglia, nonostante rimanga incinta a 13 anni.
Nonostante lo scorrere del tempo, tutto rimane immobile, la protagonista affronta le varie tappe dell’età senza affrontare realmente cambiamenti, senza staccarsi dal nucleo familiare e preservando quel candore che lei considera innocenza, arrivando a 42 anni senza mai aver conosciuto il suo corpo davvero e senza essersi mai concessa al piacere. Un incontro inaspettato con Andrea, un uomo più grande e terribilmente libero, per il quale il cambiamento è linfa vitale, la rende cosciente di quanto sia legata, di quanto il nido familiare sia in realtà un nodo che la costringe a non sapere come si faccia a desiderare. Una storia d’amore che non spicca il volo ma che consente alla donna di cominciare ad appartenersi, di spingersi un po’ più in là fino a confidarsi con Nicla, ritrovata dopo anni per una coincidenza professionale.
Un tema delicato quello affrontato in queste pagine, ovvero quello dell’esistenza di un luogo a cui a volte ci è vietato accedere: è quello spazio tra ciò che siamo, che realmente di noi ci appartiene e ciò che il retaggio familiare ci spinge a considerare estraneo, quasi un arto fantasma, quella parte di noi che rimane piombata a terra contro ogni possibilità di spiccare il volo verso ciò che potremo essere.
Elisa Ruotolo racconta qualcosa che è difficile descrivere, un dolore che rischia di essere captato come secondario o frutto di eccessiva sensibilità. Lo fa con parole selezionate con una prosa che si mischia con la poesia. Un libro che contiene tutto, ideale per chi non teme di destare vecchi ricordi che conducono all’odore di casa.
Foto libro: Fabiana Scamardella
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Intervista in diretta Facebook stasera a Elisa Ruotolo, in libreria con Quel luogo a me proibito
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