Quello che deve accadere, accade. Storia di Giovanni Lindo Ferretti e Massimo Zamboni
- Autore: Michele Rossi
- Genere: Musica
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Giunti
- Anno di pubblicazione: 2014
Dici CCCP e pensi a un universo di ossimori - punk e liscio romagnolo, filosovietismo e libertarismo, Reggio Emilia e Muro di Berlino, ortodossia comunista in territorio NATO -: una manciata appena di ep bastano e avanzano alla leggenda. Lindo Ferretti & Massimo Zamboni sono i capataz della band, indivisibili finchè dura, una specie di Simon & Garfunkel della Bassa e all’arrabbiata, ossimorici anche loro: tra loro istrionico-vaticinante il primo, più misurato il secondo, o comunque declinabile up o down a seconda dei climi, come la sua chitarra che culla o grattugia quando e se serve. Poi dici CSI (Consorzio Suonatori Indipendenti) e già qualcosa – a esclusivo parere di chi scrive – si è perso per strada, a cominciare dalla carica eversiva, che è diventata meno dirompente, quasi una mise en abyme: punk melodico in abito da sera, con chitarra-basso-batteria a fare sempre pum-pata-pum (o, insomma, quasi), Ferretti a declamare, ma la testa già perduta tra le stelle (leggi ancora Ferretti, il suo ego ipertrofico e i suoi pressanti interessi spirituali). Seguono separazione e svariate incomprensioni tra (ex) amici: le band si sciolgono, cantava qualcuno. E i sodalizi, benché nati sotto la buona stella della via Emilia e l’Est comunista, non fanno eccezione. Restano leggende grandi e piccole da raccontare, semmai con accorato puntiglio, come fa l’italianista Michele Rossi nel suo “Quello che deve accadere, accade” (Giunti, 2014), primo esempio di biografia congiunta su icone pop a dimensione nostrana.
Come specifica il sottotitolo, si tratta della “Storia di Giovanni Lindo Ferretti e Massimo Zamboni” e del moltissimo che ci è passato in mezzo, mi viene da aggiungere: trent’anni e scampoli di vita pubblica e privata - dall’alba degli Ottanta alle soglie del Terzo Millennio - rimestando nel torbido e nel sublime, tra cielo e terra di filosofie, politica, viaggi devozionali, viaggi iniziatici - Berlino, Mosca, Mongolia -, Franco Battiato, performance, elettronica, provocazioni, psichiatria, canzoni (?). Tra queste i must della serie Fedeli alla linea che vi segnalo come un’esperienza da non perdervi: “CCCP”, “Emilia Paranoica”, “Spara Jurij”, “Curami”, “Live in Punkow”, “Militanz”. A me la lettura di questo libro scorrevole e muscolare (quasi 300 fittissime pagine) ha fatto venire voglia di andare a riascoltarle di filato e già questo mi sembra un’ottima credenziale per un saggio musicale. E se lo dice uno che se non sono dischi di cantautori scappa più o meno come il diavolo in chiesa…
Quello che deve accadere, accade: Storia di Giovanni Lindo Ferretti e Massimo Zamboni
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