Ritratto in piedi
- Autore: Gianna Manzini
- Genere: Storie vere
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2011
Alla fine del mio percorso di scuola superiore, durante le vacanze estive, lessi questo romanzo di Gianna Manzini, personaggio che pochi ricordano, autrice di Tempo innamorato e La sparviera. La scrittrice fiorentina pubblicò Ritratto in piedi nel 1971, un momento in cui la sua stella stava tramontando, e il romanzo è oggi edito per la casa editrice Ortica (2011).
È la storia di Antonio Manzini, padre della scrittrice e noto anarchico, che ebbe un ruolo fondamentale nella storia di Firenze agli inizi del Novecento. Nel libro è raccontato il rapporto difficile che la figlia ha con il padre, amatissimo ma anche visto come un modello irraggiungibile.
È rimarchevole il fatto che tutto venga filtrato dallo sguardo di Gianna bambina, che vede gli adulti comportarsi in modo irrazionale. I genitori sono separati e a lei non viene spiegato il motivo della separazione, tanto che a un certo momento la figura del padre scompare fisicamente, ma rimane nel ricordo.
Gianna cresce, diventa donna, frequenta la facoltà di Lettere a Firenze, ma sempre le viene detto "sei la figlia del Manzini" e per molto tempo ciò la allontana dal padre.
Ormai anziana, però, l’autrice comincia a ricordare il passato e il romanzo si costruisce attraverso le sensazioni, più che con una narrazione vera e propria.
In effetti la sua prosa sembra più poesia e la soggettività prende il sopravvento, ma su tutto si staglia la figura di Antonio Manzini, l’anarchico. Ritratto in piedi è un bel libro, anche se lo stile è un po’ datato.
Ritratto in piedi
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