Scienza e giustizia. La dinamica della scena del crimine
- Autore: Federico Boffi-Lucarelli, Grazia La Cava
- Genere: Scienza
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2024
Le dinamiche del sequestro Moro in via Fani e non solo: altri tre esempi di fisica forense applicata a casi di cronaca nera. Un saggio tecnico-giuridico non paludato, non accademico, non un manuale universitario insomma, ma pur sempre un testo di una certa complessità, destinato a lettori con quantomeno un background di curiosità già consolidate sull’argomento.
È questo Scienza e giustizia. La dinamica della scena del crimine, novità da qualche settimana nella collana “Inchieste” Armando Editore (Roma, febbraio 2024, 362 pagine), ad opera di Federico Boffi-Lucarelli e con la collaborazione di Grazia La Cava, un funzionario della Polizia di Stato specializzato in balistica e una ingegnere civile, esperta di sicurezza stradale, consulente per i sinistri automobilistici.
Hanno corredato con immagini in bianconero, disegni e diagrammi, un testo che al rigore scientifico della descrizione accompagna un approccio semplificato rispetto ai manuali accademici. Un esempio? Capitolo primo:
La scena del crimine è il luogo o l’insieme dei luoghi nei quali un crimine è stato perpetrato.
È un’area circoscritta nello spazio dove ogni traccia, posizione del corpo o di oggetti è statica, ma rappresenta l’esito di una dinamica che ha fatto sì che l’oggetto, la traccia, il corpo si trovassero in quella esatta posizione. Per questo, “congelarla” è fondamentale per la corretta descrizione e successiva interpretazione dei fatti: il sopralluogo è rubricato dal Codice penale tra gli accertamenti urgenti sui luoghi, cose e persone in seguito a un reato.
La fisica forense, che non va confusa con la medicina legale, è una delle discipline scientifiche coinvolte nelle investigazioni d’interesse giudiziario.
Meccanica, termodinamica, ottica ed elettromagnetismo sono le parti della fisica che trovano riscontro in ambito forense. Se ne fa ricorso quando si vuole identificare un bossolo o un proiettile esplosi da un’arma da fuoco, individuare la presenza di particelle dello sparo, ricostruire graficamente e dinamicamente la scena di un crimine (traiettorie di oggetti, movimenti, urti).
La medicina legale comprende tutti gli aspetti della patologia clinica, cerca di individuare e caratterizzare le cause del decesso di un essere umano, definire “i tramiti intra-somatici” (fori d’ingresso, di uscita, lesività di un oggetto contundente o da taglio), riscontrare la tossicità delle sostanze.
Tanto per la medicina legale, che per la fisica le altre scienze applicate alla materia forense, si tratta di raccogliere prove che aiutino a definire nella maniera più corretta possibile un caso giudiziario, per pervenire a una sentenza di condanna o di assoluzione dell’imputato, facendo ricorso a strumenti e metodi tecnico-scientifici di accertamento degli eventi oggetto d’indagini o di un procedimento penale.
Sulla base delle esperienze maturate, anche in casi di notevole complessità, Boffi e La Cava mettono a fuoco le tecniche di approccio e gli strumenti tecnici che possono consentire a chi indaga di raccogliere prove, il più possibile univoche e complete, da fornire al magistrato, che ovviamente non ha le competenze scientifiche dei tecnici, frutto di anni di studi specifici, pur essendo il solo a dover giudicare, secondo il proprio convincimento. Quindi, quanto più avrà a disposizione dai periti prove utili a chiarire “oltre ogni ragionevole dubbio” quanto avvenuto, tanto più potrà pervenire al giudizio, da peritus peritorum secondo legge (perito dei periti). Si tratta di avvicinarsi il più possibile alla prova perfetta, quella matematica, indiscutibile, inattaccabile.
Gli autori prendono in considerazione eventi criminali e omicidi o presunti tali. Descrivono nel dettaglio le dinamiche dei fatti, dal punto di vista tecnico giuridico, per come sono stati discussi davanti alle Corti o nelle Commissioni parlamentari d’indagine che li hanno approfonditi. Alla fine di ogni caso, un ampio commento riporta le valutazioni delle assise giudicanti o d’inchiesta.
Obiettivo del lavoro di Boffi e La Cava è rilevare alcune criticità che a volte ricorrono nell’interpretazione di un fatto delittuoso. Quattro i casi reali trattati, limitatamente agli aspetti della fisica forense, non della medicina legale e altre discipline.
Il primo riguarda un decesso a seguito di un colpo d’arma da fuoco, che ha visto coinvolto personale delle forze dell’ordine in servizio. Il tema è l’uso legittimo delle armi da parte del personale.
Il secondo porta al 16 marzo 1978, alla strage di via Fani. L’accertamento tecnico descritto riproduce gli eventi del rapimento del presidente della DC Aldo Moro e della strage della sua scorta. Naturalmente si tratta della ricostruzione tecnica delle dinamiche, viene omessa qualsiasi considerazione di ordine politico.
Il terzo si occupa di un decesso per presunta precipitazione. Accertamento svolto su incarico del GIP (giudice per le indagini preliminari), che si espresse per l’archiviazione, nonostante i molti dubbi emersi nella ricostruzione di un possibile omicidio, con una dinamica in contrasto con l’ipotesi di una caduta non provocata da altri.
Il quarto segue un altro decesso per caduta nel 1999, accertamento svolto per una Commissione d’inchiesta parlamentare, le cui risultanze hanno permesso di riaprire un nuovo procedimento penale.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Scienza e giustizia. La dinamica della scena del crimine
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