Scrivere di mafia
- Autore: Cascone, Fiesoli, Guarcello, Maruccia, Ongaro, Zeno
- Genere: Raccolte di racconti
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2020
“La mafia uccide, il silenzio pure."
Scrivere di mafia è ancora oggi difficile e in alcuni casi anche rischioso, perché Cosa Nostra, antica e mutevole, opera nell’omertà disciplinata da regole molto rigide nell’organizzazione, ed è unica nel suo genere in quanto tende a svolgere sul territorio funzioni tipiche dello Stato. Conviviamo da tempo con essa, la nostra storia lo ricorda, ed è indimenticabile il sacrificio di chi non si è arreso alla violenza e intimidazione: magistrati, giornalisti, poliziotti e inermi cittadini. Il libero pensiero non può essere imprigionato e la coscienza civile di questo Paese è sempre pronta alla ricerca delle verità, “perché la mafia non è affatto invincibile” scriveva Giovanni Falcone.
Scrivere di mafia è una raccolta nata dal progetto editoriale voluto dalla Navarra Editore (2020), instancabile custode dei valori etici e collettivi di una società siciliana perbene e libera, nel mettere insieme alcuni giovani scrittori provenienti da tutta Italia e pubblicare i loro scritti sull’argomento. Quindici giorni con docenti d’eccezione, tra i quali Claudio Fava, Giovanni Impastato, Marco Rizzo, Stefania Pellegrini, Alessandro Chiolo, Ottavio Navarra, nei beni confiscati alla mafia oggi divenute residenze letterarie, l’Eco Villaggio Impastato e l’ex casa di Don Tano che riporta alla memoria, emozionando, Peppino e i suoi cento passi.
Questa antologia raccoglie il lavoro letterario di alcuni dei numerosi giovani che in un clima ospitale e partecipe hanno percorso storie, vite, esperienze di chi ha combattuto la mafia e di chi è ancora in prima fila. Metafore narrative come amava scrivere Sciascia della sua Sicilia, racconti di fantasia e verità, fantascienza e fantapolitica, il cui unico filo conduttore è la mafia, a ricordo delle vittime innocenti e di quanto la partecipazione sia importante nel fermare e ostacolare l’antistato.
Antonella, una donna matura, teutonica, mercenaria, è un killer ben addestrato, la cui presenza, accertata con il Dna, è stata costante sulle scene di crimini mafiosi; quei casi irrisolti che sono rimasti indelebili nella storia repubblicana. Come l’omicidio di Attilio Manca, il giovane dottore urologo che operò Provenzano e per questo venne ucciso affinché non potesse mai svelare dell’uomo, il numero uno, ricercato in mezzo mondo. Una vicenda che nella scrittura del giovane autore, tra realtà e finzione, è intrecciata con i servizi segreti deviati vicini a Gladio, e al periodo di stragi che seguirono in quegli anni.
“Dal 1987 al 1990 c’è una vera e propria guerra dei Servizi, buoni contro cattivi, e strani movimenti dalle parti di Trapani: Gladio usa una base segreta, il Centro Scorpione, vicino a San Vito... Si apre quindi la stagione dei veleni al Palazzo di Giustizia.”
Talpe, corvi, soggetti bordeline e menti raffinatissime che intercettavano tutti: coloro che volevano far carriera al Sisde, e chi era vicino a Falcone e Borsellino. E un DNA di donna anche nell’inchiesta sulla morte del giovane poliziotto Agostino e della moglie che aspettava un bambino, una storia raccontata in televisione e sui giornali. Il padre del poliziotto chiedeva giustizia per i suoi ragazzi, la pretendeva e la urlava dichiarando che fino a quando non l’avesse ottenuta avrebbe lasciato crescere la sua barba. Una donna dei servizi segreti deviati sulle scene di agguati, bombe, uccisioni, della quale nessuno parlava, fin quando un giornalista molti anni dopo ha chiesto in un suo articolo, la possibilità della riapertura delle indagini sulle stragi mafiose, una inchiesta che svelasse anche chi lei fosse.
“Bisogna riaprire le indagini nei confronti di quegli ambienti deviati istituzionali e alle loro strategie criminali. Questo Stato è ancora ostaggio di poteri oscuri. L’ombra dei Servizi segreti aleggia su tutti i casi delegati alla voce misteri italiani. Chi è questa donna misteriosa presente in quasi tutte le stragi?”
La memoria del Porcospino narra invece della tredicesima e ultima costellazione, una storia che non ricorda più nessuno: una supernova brillò così intensamente tra gli altri astri dello Zodiaco da esplodere fino a far soccombere la costellazione del povero Porcospino. “Nel posto sbagliato al momento sbagliato”. Un’esplosione che non fu una novità per lo Zodiaco, “che durante le prove dello spettacolo in un’epoca priva dei diritti dei lavoratori” aveva già visto corpi celesti scomparire nel vuoto.
La lettura prosegue con un suggestivo racconto sulla quotidianità di un mafioso latitante, un uomo perennemente costretto a nascondersi per vivere, anche tra l’immondizia: “il mafioso, il latitante senza faccia che si nasconde da anni, il figlio della Sicilia costretto ad abbandonare la sua terra per continuare ad annegarla di rifiuti, di schifo, di sangue, quello degli altri”.
E non ultimo un giovane autore che si chiede dove possa trovarsi Matteo Messina Denaro: lo hanno visto ovunque, in Svizzera, negli Stati Uniti, a passeggio nei boulevard di Parigi e sulla base di questi precedenti si chiede se possa averlo accanto come un comune passeggero in aereo.
Una lettura importante è Scrivere di mafia, da condividere con adulti e ragazzi; la storia ideologica e politica dei nostri ultimi decenni in un universo simbolico e drammaticamente rappresentativo.
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