Segnali dal buio di Claudio Gabbi

“Segnali dal buio” di Claudio Gabbi, un thriller che sa lasciare col fiato sospeso e sorprendere, narra la vicenda di un personaggio, omonimo dell’attore Kurt Russel, che vive in una cittadina americana, non distante da Miami. Dopo che la sua ragazza lo ha lasciato, conduce una vita da single con la cagnolina Daisy e condivide le sue giornate con Samuel, un amico di infanzia divenuto cieco a causa delle percosse ricevute da bambino dal padre alcolizzato. Il ragazzo, a causa della sua menomazione, ha acquisito una capacità speciale di percepire i disastri prima che accadano. Sarà così che un misterioso Artificiere entrerà in contatto con lui sfidandolo e proponendogli un gioco: Sam dovrà capire in anticipo dove il malavitoso collocherà la prossima bomba. La posta è la vita di molte persone. I due amici si metteranno subito in moto per smascherare il criminale e, parallelamente, fare luce sulla morte del padre di Kurt, poliziotto, avvenuta in circostanze oscure alcuni anni prima. Il colpo di scena finale è garantito.

La struttura del romanzo, narrato in prima persona da Kurt e coi tempi al passato, è snella e veloce, oserei dire “cinematografica” visto che il protagonista lavora in un videonoleggio e si fa costante riferimento a pellicole e divi del cinema. L’ironia, sia nei dialoghi che nelle parti descrittive, è ben calibrata e non risulta mai volgare né esagerata, ma costituisce una vernice che dà luce ad ogni scena e la esalta. La presenza costante della cagnolina dona una nota di tenerezza e calda amicizia, stempera la tensione emotiva causata dalla tematica trattata e dalle scariche di adrenalina a cui il lettore si deve abituare. Lo scrittore ha una buona proprietà di linguaggio e non risulta mai pedante o verboso, mantenendo sempre una freschezza che ricorda i migliori racconti americani. La trama è fluida e scorrevole, narrata in ordine cronologico con qualche flash back sul passato e un paio di salti in avanti, nel futuro, fino al rocambolesco finale, elettrizzante. Spesso il narratore rompe la finzione scenica e si rivolge direttamente al lettore.

I temi dell’amicizia, dell’amore per gli animali, dell’infanzia rubata, del bene che trionfa sempre, molto cari a una gran fetta di lettori (tutti quelli a cui piace evadere e sognare, magari anche di fronte al grande schermo) sono trattati in maniera leggera, ma non superficiale. Il dramma di Sam è un cuneo che si infila in tutta la vicenda e la trafigge, silenzioso. Perché ho parlato di grande schermo? Perché le scene del romanzo sono talmente ben descritte che è impossibile non vederle scivolare nella mente e, chissà, un giorno questo libro sarà trasformato in sceneggiatura e poi in avvincente pellicola.