Senza lasciare traccia
- Autore: Jodi Picoult
- Casa editrice: Corbaccio
Delia sta per sposare il compagno con cui vive da tempo e dal quale ha una figlia. Ma alla vigilia del matrimonio accade una cosa imprevista e sconvolgente: suo padre viene arrestato dalla Polizia con l’accusa di aver sottratto Delia alla madre che lei credeva morta in un incidente stradale. In un capovolgimento drammatico di situazioni e di emozioni, privata delle proprie sicurezze e del proprio passato, Delia incomincia la ricerca dolorosa di una verità che le sfugge, perché ognuno ha la propria, di verità, e perché a volte amare e proteggere una persona può anche portare a mentire...(Note di copertina)
E’ un libro scritto a più voci, cambiando narratore ad ogni capitolo, una storia in divenire che segue la vicenda man mano che si sviluppa.
Un mattino, la polizia arresta il padre di Delia con l’accusa di averla sottratta all’età di quattro anni alla madre, cambiando poi identità per non farsi ritrovare nei successivi ventotto anni. La trama brevissima perché in questo romanzo di fatti ce ne sono realmente pochi: dall’antefatto, attraverso la voce dei quattro narratori (il padre Andrew, Delia, il suo fidanzato ed avvocato del padre Eric, l’amico di sempre Fitz) la Picoult costruisce una storia, il cui unico irritante limite sta nella scarsa aderenza alla realtà in materia di colloqui carcerari (ricordo di essermi chiesta se non era possibile evitare tutte quelle interruzioni “ad effetto” che hanno come unico risultato il far sembrare un colloquio con un detenuto facilissimo da ottenere e quindi interrompibile a piacere al primo motto di stizza, come accadrebbe in una conversazione in strada).
Le prime pagine appaiono un po’ lente, soltanto perché non si è ancora dipanata la trama: il resto del romanzo ha il medesimo andamento, ma le implicazioni emotive di ciò che accade sono sufficienti a far sì che paia velocissimo. In seguito, si resta avvinti da questa gran prova di scrittura ed immedesimazione nelle sensazioni altrui, pur se i protagonisti paiono pensare tutti allo stesso modo: vero che sono insieme da ventotto anni, ma l’impressione di avere un unico narratore era forse evitabile.
Difetti veniali, come si vede: davvero brava la narratrice a portarci a passeggio in una vicenda di cui si subisce volentieri lo svolgimento, nonostante l’inevitabile attacco di buonismo che pare cogliere il novantanove per cento degli autori all’ultimo capitolo. Si perdona questo ed altro a chi riesce a tener attaccati gli occhi alla pagina!
Senza lasciare traccia
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