“Storie da Edward Hopper” è il sottotitolo di “Silenzi e stanze” (Skira 2018, pp. 80, 14 colori, 13,50 euro), di Michele Mozzati che raccoglie dodici storie, ispirate dalle luci, dagli oggetti, dalle persone dipinte da colui che è considerato uno tra i più grandi pittori americani: Edward Hopper (Nyack, 22 luglio 1882 – New York, 15 maggio 1967).
Sono sempre stato un batterista, un solista del rumore, ma la musica è un’altra cosa. Il batterista nasce Maestrale e finisce Föhn, un vento inutile e fastidioso. Bambino, adolescente, è una presenza che ingombra, da protagonista. Detta i ritmi di una vita che è ancora senza suoni, è rumore. È intorno a lui che si forma il gruppo. Tatatàn tatatàn, tan tantàn… tatatatatatatatatà! (…). Poi a suonare ti mettono in fondo perché hanno bisogno di te, perché hanno paura di te. Aspetta,
un giorno dal fondo della sala arriverà quella pelle bianca piena di lentiggini a dirti che siccome non ti trovava al telefono è venuta a prenderti per andare via. Col suo culo strepitoso e i suoi occhi che non si possono raccontare. Applausi, sipario e trionfo dei ringostarr.
Quando ci si imbatte in un quadro di Edward Hopper pittore della solitudine e del silenzio, il quale attraverso i suoi capolavori ha raccontato un’epoca della storia americana, non si sa mai quello che c’è oltre la cornice, dove guardino i suoi protagonisti. Si pensa che qualcosa sia appena accaduto, o stia per accadere. I suoi dipinti sono emozionanti fermo-immagine, per questo Hopper piace tanto a chi fa cinema.
Michele Mozzati, scrittore, autore teatrale e televisivo e condirettore dell’agenda Smemoranda. Conosciuto soprattutto per il suo quarantennale lavoro con Gino Vignali (insieme Gino e Michele), per la seconda volta, dopo il successo di “Luce con muri”, racconta altre dodici storie, ispirate dalle luci, dagli oggetti, dalle persone dipinte da colui che è considerato uno tra i più grandi pittori americani. Il realista forse più surreale che l’arte contemporanea ci abbia saputo donare. Attraversando tutto il Novecento e approdando agli anni Duemila, anche questa seconda raccolta si muove tra realtà e fantasia, proponendo storie a volte così impossibili, da sfiorare la nostra quotidianità più viva.
Lottare per riconquistare i grigi. Per avere il piacere di cambiarla noi, la realtà.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: "Silenzi e stanze. Storie da Edward Hopper" Michele Mozzati torna in libreria
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