La casa editrice Sinnos compie 30 anni e in occasione di questo grande traguardo abbiamo fatto quattro chiacchiere con Della Passarelli, direttore editoriale, che ci ha raccontato qualcosa in più sulla nascita di questo progetto.
- Come nasce Sinnos, ma soprattutto come si evolve una casa editrice in 30 anni di attività?
Nasciamo in un luogo dimenticato e difficile, un carcere: il penale di Rebibbia (a Roma) per volontà di un piccolissimo gruppo di detenuti italiani e stranieri che avevano imparato ad impaginare e che volevano farne il proprio lavoro. Lavoro che è l’azione prima per un percorso di rieducazione per ritornare fuori, alla libertà. Ma non solo impaginare per altri, anzi come prima azione ci fu proprio quella di pensare a una collana di libri per bambini insieme ad un allora maestro elementare che ci venne a far visita.
Noi volontari abbiamo accompagnato questo desiderio all’inizio solo per sostenere un sogno, poi alcuni di noi ci sono rimasti dentro, al sogno.
Siamo partiti dunque con un timone ben preciso: i diritti e i doveri costituzionali e costruire ponte di libri. Quel maestro era Vinicio Ongini – da molti anni esperto di intercultura per il MIUR e autore di saggi molto importanti su questo tema, nonché di un nostro albo Le altre Cenerentole, illustrato da Chiara Carrer – che ci disse che stavano arrivando molti bambini da più parti del mondo nelle nostre scuole e che avevano bisogno di essere accolti. Non solo dalle storie ma anche dalla loro lingua madre.
Nasce così la prima collana bilingue per ragazzi, I Mappamondi, che è stata oggetto di studio e ricerca non solo in Italia. Libri ponte tra due culture con l’introduzione che Tullio De Mauro ci regalò proprio agli inizi. Libri “utili”, libri testimonianza che abbiamo coniugato negli albi e in un’altra collana bilingue, Zefiro (curata da Sofia Gallo), fino ai primi anni del nuovo secolo. Accanto a questa collana ne nasce un’altra altrettanto “storica”: Nomos con quel Lorenzo e la Costituzione che fu accolto da Giovanni Conso e Stefano Rodotà che lo portarono in giro per l’Italia. Nomos, una collana che si è evoluta nel tempo fino ad arrivare a titoli recenti come Nina e i diritti delle donne, Salvo e le mafie, Lena e la cittadinanza scientifica.
Nel frattempo ci guardavamo intorno, la Bologna Children’s Book Fair è stata maestra, come maestri sono stati i nostri compagni di strada: le biblioteche, gli insegnanti, i librai e le libraie e gli esperti. Che spesso ci richiamano ad una ricerca di bellezza oltre che di utilità. E così negli ultimi anni siamo passati dalla ricerca di testimonianza alla ricerca di letteratura e di illustrazioni di qualità. Per continuare a costruire ponti, per dare ai bambini e alle bambine, ai ragazzi e alle ragazze le chiavi per attraversare il mondo con sapienza, immaginazione, curiosità, capacità di comprendere e conoscere se stessi e gli altri. E torniamo al punto di partenza: crescere cittadini liberi e pensanti, costruire individui che sappiano praticare la faticosa opportunità della democrazia.
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- I vostri tanti libri sono rivolti a diverse fasce di età. Come reclutate gli autori? Date indicazioni precise sul destinatario?
Gli incontri felici hanno fatto sì che Sinnos si aprisse a diversi linguaggi e diverse fasce di età. Con la consapevolezza che albi illustrati possano essere letti da un adolescente che sicuramente ne trarrà qualcosa: penso a La prima volta che sono nata, ma anche a Caccia alla tigre dai denti a sciabola, a Il bell’addormentato e a molti altri. Non diamo indicazioni, l’unica indicazione è una scrittura di qualità, l’assenza di messaggi e di morali se non quelli che naturalmente porta con sé una bella storia. E naturalmente una conoscenza del catalogo.
Gli autori li cerchiamo, anche se a volte – raramente – ci arrivano belle sorprese anche per mail: Cole Tiger di Federica D’Ascani e Ruggiti di Daniela Carucci, finalista al Premio Strega ragazzi 2020! Sono gli ultimi titoli arrivati così, per mail. È successo lo stesso con Veronica Truttero e Alice Keller, la cui opera prima è uscita con noi (Hai preso tutto) e continuiamo a fare bellissimi progetti insieme (l’ultimo è Le disavventure del Barone Von Trutt, che ha avuto il sostegno del progetto SIAE “Per chi crea”).
Luisa Mattia ha aperto la nostra Zona Franca, con La scelta che ormai è un piccolo classico visto che non smettiamo di stamparla dal 2006. Patrizia Rinaldi che per i nostri 30 ci ha regalato un nuovo romanzo, Hai la mia parola. E lo stesso è accaduto e accade con gli autori stranieri, che sentiamo ormai un po’ anche “nostri”, oltre che degli editori che li pubblicano nei rispettivi paesi con i quali abbiamo ottime relazioni. Con alcuni di loro si è creata una grande affinità e spesso vediamo il loro nuovo progetto in contemporanea con il “loro” editore.
- Vi occupate di sport, mafie, diritti, bullismo, donne lettrici: agli autori si affiancano i grafici, come funziona l’abbinamento?
Il lavoro in casa editrice è un lavoro di squadra. Noi abbiamo tutto interno, compresa la grafica, che è Valeria Di Giuseppe, arrivata neolaureata da noi e mai più lasciata. Valeria, insieme al nostro redattore, Federico Appel, lavorano sui libri di graphic novel mettendo insieme la voce della scrittura e quella del fumetto. A volte gli autori si conoscono solo dopo l’uscita del libro e il tutto viene mediato attraverso grafica e redattore, altre volte invece ritengono opportuno metterli in contatto da subito. È un bel concerto e una bella sinergia.
- La font leggimi, che usate per la vostra grafica, sembra davvero un’idea originale: i riscontri da parte dei piccoli lettori sono evidenti?
L’idea di realizzare una font venne quando – appena iniziato ad acquistare i diritti per libri ad alta leggibilità – la casa editrice scozzese Barrington Stoke, che ci ha permesso di portare in Italia grandi autori come Umansky o Rosen, metteva in vendita la sua font ad un prezzo molto alto. E allora abbiamo deciso di provare a farla da noi con la consulenza di esperti in dislessia, neuropsichiatri e logopedisti. È un lavoro costantemente in progress, che monitoriamo con gli specialisti e con bambine e bambini, ragazze e ragazzi.
La font insieme alle caratteristiche di impaginazione e grafiche e alla carta avoriata, rende sensibilmente la lettura meno faticosa. A tutti non solo a chi è dislessico.
Detto questo non basta una font, ci vogliono le buone storie e un’educazione alla lettura convinta e capace: libri a casa, ma soprattutto libri a scuola, lettura libera, abitudine al libro, molteplicità di proposte… Insomma il grande lavoro da fare è anche quello della politica.
In questi tempi bui entra in vigore – il 25 marzo – la prima legge sui libri in Italia: tutta da riempire di contenuti. Questo è un impegno che come Sinnos ci prendiamo, insieme ai tanti con i quali lavoriamo, per crescere lettori. E quindi democrazia. E anche per questo è nata la APP leggimi, applicazione gratuita che consente la lettura facilitata su tablet e smartphone dei libri di tutti.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Sinnos compie 30 anni: intervista a Della Passarelli, direttore della casa editrice
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