Slow reading. Leggere con lentezza nell’epoca della fretta
- Autore: David Mikics
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Garzanti
- Anno di pubblicazione: 2015
Il problema non è trovare qualcosa da leggere, semmai il contrario, visto che siamo sommersi dalle parole: pagine web, posta elettronica, messaggi, social network…
Abbiamo sempre fra le mani qualche strumento che ci permette di comunicare e, sotto gli occhi, parole da leggere. Potremmo dire che abbiamo sviluppato una dipendenza dal continuo cliccare: un ritmo spasmodico che regola e condiziona le nostre vite fin da giovanissimi.
Eppure, nessuna delle attività elencate può essere considerata “lettura” nel senso profondo inteso dallo scrittore americano David Mikics, autore del saggio “Slow reading. Leggere con lentezza nell’epoca della fretta” (Garzanti, 2015).
In quella che egli chiama “era della Distrazione digitale”, si tende a dare una scorsa rapida ai testi, a trarre l’essenza di un’opinione e a passare oltre. Siamo ossessionati dalla velocità: vogliamo download rapidissimi, notizie in tempo reale, l’ultimissimo tweet da condividere.
Ne risulta, così, una condizione detta “Attenzione parziale continua” (CPA), che si manifesta quando cerchiamo di fare troppe cose in fretta, una sorta di assedio di nuovi stimoli, e che ci procura, fra l’altro, una serie di malattie correlate allo stress.
“Travolti come siamo da un diluvio incessante di parole, non abbiamo quasi il tempo per fermarci a riflettere. […] Questa marea di cattiva scrittura, che per lo più richiede una risposta rapida, intralcia il percorso della vera lettura che richiede tempo e concentrazione”
Se questo è il problema, la risposta è lo “slow reading”, la lettura lenta, di antica tradizione: leggere come atto creativo, come scoperta, come attenzione ai particolari.
Per cominciare, però, occorrono alcuni accorgimenti, come spegnere qualsiasi dispositivo elettronico, trovare il proprio posto speciale e ricordarsi che, dovunque e comunque noi leggiamo, dobbiamo provare piacere.
Prima di dedicare alcuni capitoli a letture specifiche – leggere racconti, romanzi, poesia e teatro –, l’autore suggerisce una serie di “regole” cui dovremmo attenerci: esse non sono divieti, ma linee guida; non sono un ostacolo alla nostra immaginazione, ma fanno sì che riusciamo a conoscere noi stessi scoprendo il libro che stiamo leggendo.
Eccole in breve.
Regola n. 1. Siate pazienti
E’ quella più importante, quella da cui derivano tutte le altre. Significa non lasciarsi sopraffare dalle difficoltà, investire tempo e sforzi per leggere bene, allenare i muscoli della mente, rendersi conto che abbiamo qualcosa da imparare e, infine, rileggere.
Regola n. 2. Ponete le domande giuste
Ovvero, immaginarsi come investigatori in cerca di indizi; porre in relazione tra loro gli elementi di un libro, a partire dal titolo; indagare il contesto storico per attribuire un senso…
Le domande giuste sono quelle che ci riconducono sempre al libro che teniamo in mano, piuttosto che allontanarci da esso, così da trovare
“i pensieri centrali, le immagini e i personaggi cruciali, l’essenza del mondo che il libro crea”
Regola n. 3. Identificate la voce
L’autore si esprime in prima, in terza persona, attraverso un genere di narrazione in cui la terza persona maschera il punto di vista di uno dei personaggi (discorso libero indiretto), o la voce del protagonista è anche quella del suo autore?
Regola n. 4. Fatevi un’idea dello stile
Lo stile rappresenta il modo di pensare e di essere dell’autore: una firma che ne marca l’individualità.
Regola n. 5. Osservate gli inizi e le conclusioni
Sono la “spina dorsale” della struttura e meritano un esame più ravvicinato, anche se non succede molto spesso di tornare all’inizio dopo aver finito un libro.
Regola n. 6. Localizzate i segnali
I segnali di un libro sono quelli che indicano ciò a cui prestare attenzione e quale direzione prendere nel nostro viaggio attraverso le sue pagine. Possono assumere forma di parole chiave, immagini chiave o passi chiave.
Regola n. 7. Usate il vocabolario
Prendere il tempo necessario per consultare termini importanti, anche quando si ritiene di conoscerne già il significato: l’esperienza del libro sarà più profonda e permetterà di entrare in sintonia con la qualità specifica della scrittura dell’autore.
Regola n. 8. Rintracciate le parole chiave
Diretta conseguenza delle due precedenti regole, permette di rintracciare parole importanti cui spesso gli autori attribuiscono un significato diverso così da avere una maggiore consapevolezza delle prospettive che esse dischiudono.
Regola n. 9. Scoprite il pensiero dell’autore
E’ regola più impegnativa e stimolante: invita a scoprire l’interrogativo fondamentale che anima l’autore. Un po’ come trovare una risposta profonda e soddisfacente alla domanda: “Di che cosa parla il libro che stai leggendo?”
Regola n. 10. Siate sospettosi
I giudizi facili sui personaggi di un libro – quali piacciono e quali no, quali sono i buoni e i cattivi – impediscono di leggere con profondità: quale che sia la nostra volontà di interpretare i personaggi, il testo ci avverte che ci sono altre possibilità.
Regola n. 11. Individuate le parti
Ciò significa farci un’idea della struttura di un testo e delle svolte importanti che segnano la narrazione. Sempre all’erta come detective, occorre seguire gli indizi che porteranno alla comprensione dell’intenzione generale dell’opera.
Regola n. 12. Prendete appunti
Mettere per iscritto le nostre impressioni, sintetizzare qualche passaggio, tenere traccia scritta delle reazioni iniziali e finali (note a margine o su un taccuino), perché il libro ha qualcosa da dire e noi abbiamo l’obbligo di ascoltare con attenzione.
Regola n.13. Esplorate sentieri diversi
La revisione, che è lo strumento fondamentale dello scrittore, è importante anche per il lettore: proviamo ad immaginare cosa sarebbe successo con un inizio o una conclusione diversa, o senza un personaggio… Non è un caso che di varie opere famose esistono diverse versioni: è sempre utile prendere in considerazione le revisioni di un autore, interrogarsi su cosa abbia cambiato e perché.
Regola n. 14. Cercate un altro libro
Oltre alla conversazione fra l’autore e il lettore, esiste il “dialogo” di cui sono protagonisti i libri stessi, le conversazioni che i loro autori hanno gli uni con gli altri. I libri, infatti, esercitano influssi, scavalcando le distinzioni di genere letterario, epoca, nazionalità e cultura. Vi sono casi evidenti, altri meno, e casi più complessi, come l’avversione di un autore per un altro.
Tutte le “regole” fin qui descritte vengono contestualizzate dall’analisi di numerosi brani tratti da autori di origini ed epoche diverse: Milton, Shakespeare, Macchiavelli, Omero, Chandler, Henry James, Balzac, Dickens, Jane Austen, Flannery O’Connor, Joyce, Edith Wharton…
Ma Mikics non può trovare conclusione migliore che nelle pagine di una delle più grandi lettrici di ogni tempo, Virginia Woolf, che nel suo immortale saggio “Come si legge un libro?” si pronuncia a favore della pratica della lettura attenta, piacevole, in solitudine. Libri che, secondo Emerson, possano così assumere nelle nostre vite lo stesso rango dei genitori, degli amanti, delle esperienza più appassionate.
“Oggi più che mai ci troviamo frustrati dalle piatte promesse della tecnologia digitale, che ci offre soluzioni sempre più rapide, sempre più ingegnose, e sempre meno soddisfacenti per stare in contatto. Anziché tenerci continuamente aggiornati, dovremmo fare un passo indietro e pensare a ciò che la Woolf celebra insieme a tanti altri: le ricompense elargite dal leggere lentamente. Perdersi in libro può essere il modo più sicuro per trovare ciò di cui abbiamo bisogno”
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