Quest’anno il sipario della Wiener Staatsoper, l’Opera di Vienna, sarà inaugurato da Anselm Kiefer. Per l’occasione l’artista tedesco ha deciso di rendere omaggio a un celebre romanzo dello scrittore polacco di fantascienza Stanislaw Lem con un’opera intitolata Solaris (for Stanislaw Lem).
La rappresentazione pittorica di Kiefer avrà un’ampiezza di 176 metri quadri e, come da tradizione, sarà fissata alla parete antincendio (il cosiddetto “sipario di ferro” o “sipario protettivo”) della Staatsoper per mezzo di magneti.
Gli spettatori dell’Opera di Vienna potranno ammirarla dall’8 novembre 2023 sino a giugno 2024.
Ogni anno, a partire dal 1998, l’associazione artistica Museum in progress trasforma il sipario dell’Opera di Stato di Vienna in uno spazio espositivo con il progetto Safety Curtain, in tedesco Eiserner Vorhang.
Di stagione in stagione sono state esposte opere di artisti come Kara Walker,, Tauba Auerbach e Cao Fei, ora è il momento di Anselm Kiefer, da molti considerato l’artista contemporaneo più interessante della nostra epoca, in grado di indagare il “senso metafisico della fine” che contraddistingue questo ventunesimo secolo segnato da guerre, cambiamenti climatici e pandemie.
Tramite le sue intense immagini - pittoriche, materiche o scultoree - Kiefer, definito non a caso il “pittore-filosofo”, riesce a rappresentare una sorta di “memoria collettiva” che diventa il più perfetto ritratto del nostro tempo inquieto, segnato da uno stato pervasivo di angoscia e da una crescente frammentazione.
Scopriamo ora più nel dettaglio i legami tra l’opera di Kiefer e il romanzo di Stanislaw Lem.
“Solaris”, la nuova opera di Anselm Kiefer
Dopo la mostra londinese dedicata a Finnegans Wake (1939), l’ultimo romanzo di James Joyce, e l’esposizione romana La coscienza delle pietre in omaggio all’opera dello scrittore tedesco Hans Henry Jahnn (1894-1959), ecco che Anselm Kiefer torna a farsi ispirare da un libro.
In questo caso si tratta di Solaris, pubblicato da Stanislaw Lem nel 1961 e tuttora considerato un capolavoro della fantascienza filosofica.
Con Solaris (for Stanislaw Lem) (titolo originale Solaris (für Stanislaw Lem)) Anselm Kiefer prosegue il ciclo Eiserner Vorhang (letteralmente la “cortina di ferro”) giungendo così alla ventiseiesima opera esposta dalla Staatsoper.
Nella sua rappresentazione materica, in cui predominano le tinte cupe e le sfumature nebulose, Kiefer raffigura l’oceano del pianeta Solaris, ispirato all’omonimo romanzo di Lem.
Il nuovo monumentale dipinto di Kiefer è stato commentato dallo scrittore austriaco Christoph Ransmayr in un recente articolo apparso sul quotidiano tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung.
Nel suo poetico testo Ransmayr ha evidenziato le connessioni tra l’opera di Kiefer - caratterizzata da colori ferrosi e scintillanti - e il romanzo di Stanislaw Lem, in cui secondo lo scrittore sono raffigurate immagini distorte, “caricature della storia dell’umanità”:
Desideri, sogni, paure e speranze, persino persone care provenienti dall’arsenale del lutto e della memoria prendono forma. Creature dolorosamente scomparse iniziano a parlare e ad agire nella ricchezza di forme di questo oceano e fanno dimenticare al viaggiatore nel tempo la cortina di ferro che batte tra questo mondo e l’aldilà nelle tempeste solari. Nel vortice delle creazioni oceaniche, non c’è passato e non c’è futuro, ma solo l’istante, che annulla tutto ciò che lo ha preceduto e che lo seguirà.
“Solaris”, il romanzo di Stanislaw Lem
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Dal romanzo di Stanislaw Lem fu tratto il film omonimo del regista russo Andrej Tarkovskij nel 1972.
Il libro, edito in Italia da Sellerio, è di stampo fantascientifico e narra di uno strano pianeta chiamato Solaris, la cui superficie è quasi interamente ricoperta da uno strato di superficie acquorea - quasi un oceano - che secondo gli scienziati rappresenta un essere senziente. Gli studiosi credono che Solaris, per la sua costituzione inadatto alla vita, sia in grado di pensare e di condizionare i pianeti circostanti. Lo chiamano quindi il “pianeta vivente”.
La storia inizia quando una navicella proveniente dalla Terra approda nella stazione spaziale che orbita attorno a Solaris. A bordo si trova lo psicologo Kris Kelvin che subito cerca di prendere contatto con gli altri colleghi astronauti, ma viene respinto senza motivo. Viene in seguito a sapere che un collega di cui era stato allievo si è suicidato. Ben presto il protagonista si troverà a fare i conti con l’atmosfera opprimente, di tensione e sospetto, impadronitasi della stazione spaziale che gravita attorno a Solaris. Il misterioso pianeta, lontano anni luce, sperduto nella galassia, pone enigmi irrisolvibili alla scienza terrestre.
Strane “presenze”, fantasmi, allucinazioni caricano l’ambiente di mistero, gli oggetti appaiono deformati e gli interrogativi di Kris Kelvin sono destinati a triplicarsi e a non trovare soluzione. La stabilità mentale dello psicologo verrà messa a dura prova, soprattutto quando il “mare senziente” del pianeta gli offrirà la perfetta proiezione della sua Harey, la moglie scomparsa che credeva perduta per sempre.
Solaris di Stanislaw Lem è stato definito un “romanzo epistemologico”, che dunque vuole farsi rappresentazione letteraria dell’epistemologia, la “filosofia della scienza”.
Lungo questa linea epistemologica il capolavoro della fantascienza filosofica e il “pittore filosofo” si incontrano. Non abbiamo dubbi che lo stesso si possa dire dell’opera di Anselm Kiefer che trasporta il mistero di Solaris nella dimensione artistica, dandogli un’inedita dimensione visiva capace di mettere lo spettatore a stretto contatto con il dubbio e la sua perfetta antitesi: il sogno.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “Solaris”, l’opera di Anselm Kiefer ispirata al romanzo di Stanislaw Lem
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