La novella Sole e ombra di Luigi Pirandello è stata pubblicata nella raccolta La rallegrata (1922). Apparve per la prima volta su rivista nella “Rassegna settimanale universale” il 1° novembre 1896.
Esemplari sotto questo profilo le novelle Ciàula scopre la luna, Male di luna, Un cavallo sulla luna in cui compare l’astro notturno che in Luigi Pirandello ritorna di continuo. In Sole e ombra Pirandello riprende il tema degli astri per descrivere la quieta disperazione del suo protagonista, un anziano signore di nome “Ciunna”.
Sole e ombra di Pirandello: l’incipit della novella
L’incipit di Sole e ombra è dato da un dialogo accattivante:
Tra i rami degli alberi che formavano quasi un portico verde e lieve al viale lunghissimo attorno alle mura della vecchia città, la luna, comparendo all’improvviso, di sorpresa, pareva dicesse a un uomo d’altissima statura, che, in un’ora così insolita, s’avventurava solo a quel bujo mal sicuro:
«Sì, ma io ti vedo.»
E come se veramente si vedesse scoperto, l’uomo si fermava e, spalmando le manacce sul petto, esclamava con intensa esasperazione:
– Io, già! io! Ciunna!
Via via, sul suo capo, tutte le foglie allora, frusciando infinitamente, pareva si confidassero quel nome: “Ciunna… Ciunna...” come se, conoscendolo da tanti anni, sapessero perché egli, a quell’ora, passeggiava così solo per il pauroso viale. E seguitavano a bisbigliar di lui con mistero e di quel che aveva fatto… sss...Ciunna! Ciunna!
Sole e ombra di Pirandello: analisi della novella
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Ciunna è il nome del protagonista che, vinto dal rimorso per aver rubato duemila e settecento lire al monopolio dei tabacchi dove lavora, fantastica su come porre fine alla sua vita e poi compie il viaggio in carrozza per andarsi a buttare a mare.
La narrazione affascina per i monologhi e per i dialoghi, per le riflessioni e per i colpi di scena. Animistico il contesto paesaggistico. La luna lo vede e lo riconosce. Anche le foglie fruscianti ripetono il suo nome.
Ed egli, che ha compiuto la malversazione per lo stato di indigenza della famiglia, invita tutti i mendicanti incontrati per via a salire in carrozza con lui, dicendo:
Allegri! Allegri! Andiamo a buttarci in mare tutti quanti! Una carrozza di disperati.
Tragica l’ironia dell’epilogo che, dopo una serie di eventi occasionali, mostra la vera fine di Ciunna:
Trasse la mano sinistra dalla tasca e col pollice e l’indice s’afferrò il labbro inferiore, come per riflettere, mentre con l’altro stringeva, stritolava qualcosa. Aprì quella mano, sporgendola dal finestrino, al chiaro di luna, e si guardò nella palma. Restò. Il veleno. Lì, in tasca, il veleno dimenticato. Strizzò gli occhi, se lo cacciò in bocca: inghiottì. Rapidamente ricacciò la mano in tasca, ne trasse altri pezzetti: li inghiottì. Vuoto. Vertigine. Il petto, il ventre gli s’aprivano, squarciati. Sentì mancarsi il fiato e sporse il capo dal finestrino.
Continuando nella lettura si evince quanto la descrizione paesaggistica sia presente nella sua poetica e specificamente nel testo.
La natura sembra partecipare al malore di Ciunna; come avvolta in un’atmosfera metafisica è il "fresco e lieve calore lunare" ad alleggerirne il peso. Si avverte un’intima pace. Pirandello con incisive pennellate scava nel dolore e per certi aspetti lo sublima. La sua scrittura in fondo è un’ascesi.
Avvicinandosi Ciunna a piccoli passi alla morte, solo alla fine viene colto dal terrore mentre avverte una sensazione di gelo:
Tremò tutto sotto l’enorme, nera, orrida imminenza irreparabile, e si contorse nella vettura, addentando un cuscino per soffocar l’urlo del primo spasimo tagliente alle viscere.
- Silenzio. Una voce. Chi cantava? E quella luna… - Cantava il vetturino monotonamente, mentre i cavalli stanchi trascinavano con pena la carrozza nera per lo stradone polveroso, bianco di luna.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Sole e ombra: riassunto e commento della novella di Pirandello
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