Le stanze segrete del cuore di Giorgio Montanari

Le stanze segrete del cuore (IoScrittore, 2020, ebook, disponibile in tutti gli store on line) è il romanzo dello scrittore e pittore Giorgio Montanari, uno dei vincitori del torneo online gratuito promosso dal Gruppo editoriale Mauri Spagnol e dai suoi editor, dedicato al volto nascosto di Artemisia Gentileschi (Roma, 8 luglio 1593 – Napoli, circa 1656), pittrice italiana di scuola caravaggesca.
Giorgio Montanari, professore di lettere e dirigente scolastico, è nato a Soave, in provincia di Verona e vive e lavora a Desenzano del Garda (Brescia), il quale di sé dice:

“Non posso scrivere senza dipingere, non posso dipingere senza scrivere”.

La futura “donna e pittora”, che con i suoi quadri avrebbe stregato coloro che li ammirano, raccontava la sua nascita.

“Il primo sorso di vita l’ho bevuto il giorno 8 luglio dell’anno del Signore 1593, a Roma, in via Ripetta, in una casa in affitto, a un passo d’uomo giovane dalla chiesa di San Giacomo degli Incurabili. Il vento aveva già in bocca l’odore della notte”.

La madre, Prudenzia Montone, “diede un grido e subito baciò i miei occhi in segno di benedizione” mentre il padre, il pittore Orazio Gentileschi (Pisa 1563 – Londra 1639), scuro in viso, pugni azzurri alzati, in piedi sulla porta della stanza, aveva gridato alla crepatura del muro: “Sangue inutile”.
Gli anni avrebbero fatto cambiare opinione al padre circa lo straordinario talento della figliola. La bambina crescendo aiutava la madre ad accudire i fratellini, fiutando l’odore di trementina e dell’olio di lino cotto che il padre spandeva nella casa per preparare i colori e la colla di coniglio, che metteva a bollire sul fuoco per fare l’imprimitura delle tele, mescolandoci la biacca.
Il giorno in cui Artemisia era diventata donna, Prudenzia l’aveva avvertita:

“Artemisia, per noi donne il mondo finisce sulla porta di casa, mettitelo bene in testa”.

Però, la dotata ragazzina dalla finestra nel cielo notturno di Roma, immenso come una tela grande, faceva bottino delle stelle che venivano alla finestra, “le conoscevo una per una, le nominavo a modo mio”.
Nell’Urbe dall’inverno corto e dall’estate infinita, nelle nuvole la ragazzina notava grandi figure, come ad esempio una donna con le mammelle gonfie di luce. In altre parole Artemisia aveva fame e sete di colore. La “pittora” per trovare la luce avrebbe dovuto attraversare la più fitta oscurità e trarre dalle tenebre la fiamma dei colori per rendere imperitura la sua meravigliosa arte.
In queste appassionanti pagine è la voce sincera e appassionata di Artemisia che mette a nudo la sua anima raccontando “le segrete stanze del cuore”. Ecco dunque la vita di un’eccelsa artista, che, in un’epoca dominata dagli uomini, prese in mano il suo destino a testa alta, senza arretrare di un solo passo. L’autore dipinge un intenso ritratto della protagonista che seduce e incuriosisce il lettore fino all’ultima pagina.

“Il rosso sulla tela è sangue mio”.