È stato presentato nei giorni scorsi L’inverno dei Leoni. La saga dei Florio di Stefania Auci (Nord, 2021), seconda parte di quello che è stato un vero e proprio fenomeno editoriale: I Leoni di Sicilia.
Tradotto in 32 paesi con centinaia di settimane ininterrotte di permanenza in classifica, l’opera di Auci ha ridato linfa a un genere, quello del romanzo storico e insieme della saga familiare, non più in auge dopo i fasti di passati periodi.
I romanzi ispiratori della Saga dei Florio
Tra saghe familiari e romanzi storici, Stefania Auci ha dichiarato che si è maggiormente ispirata in questo senso essenzialmente ai classici, al romanzo vittoriano, ma un diretto riferimento è senza dubbio il capolavoro di Tomasi di Lampedusa, Il Gattopardo, come pure I Viceré di Federico De Roberto, che però attingono da ambiti diversi. Mentre Tomasi rappresenta e si immerge nella crisi di un’epoca che non c’è più, che sta svanendo letteralmente sotto gli occhi del principe Fabrizio, De Roberto invece analizza con particolarità e descrive ferocemente un mondo abbarbicato ai suoi privilegi e gli aspetti fondamentali di un potere così come concepito in Sicilia. Soprattutto descrive con estremo vigore il modo con cui questo potere viene conservato, trasformando gli individui in qualcosa di differente: i nobili che divengono politici, mantenendo quell’aura di privilegio che l’autore descrive con grande acume.
Ed è merito di Auci, in questo senso, il fatto di aver ridato vigore a questo genere, spingendo i giovani lettori e non solo, a rileggere romanzi di questo genere letterario. Un stretta, precisa e definita catalogazione di appartenenza a un genere letterario appare peraltro, secondo l’autrice, particolarmente riduttiva.
L’inverno dei Leoni. La saga dei Florio
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L’ultimo libro di Stefania Auci si apre con la descrizione del mare, che è un elemento costante, sempre presente in questa saga dei Florio, un mare che quasi scorre come il sangue nelle vene dei Florio. Il mare è stato fonte della loro ricchezza, e da esso sono giunte le merci che trasportavano e sul mare hanno costruito le loro ville più belle quali la residenza dei “Quattropizzi” alla Arenella.
Il rapporto, il legame, dei Siciliani con il mare è stato ed è sempre strettissimo, e per i Florio lo si collega al Cantiere Navale di Palermo e alla loro flotta di quasi cento navi come pure alla Società che misero in piedi, quella della "Navigazione Generale Italiana".
La seconda parte della saga di Auci riprende dal momento della morte di Vincenzo Florio con cui si era interrotta la prima parte. La storia dei Florio ha come limiti temporali il 1799 e il 1950, e l’autrice si sofferma ora su quella che si definisce la generazione del mito, quella di Ignazio Junior e di Franca Florio e quella dell’ideatore della Targa Florio, Vincenzo.
È l’età del declino e si analizzano le colpe dovute non solo a chi, malamente consigliato, amministrava i beni, ma anche le mutate condizioni politiche ed economiche. Il giovane Ignazio non è pronto ad affrontare il carico psicologico e di lavoro di dovere gestire un patrimonio notevole che aveva quasi il bilancio di uno Stato. Una ricerca storiografica di ampio respiro di un esteso periodo, si esprime in un affresco familiare completo in cui l’uso del corsivo a inizio di ogni capitolo inquadra l’epoca di svolgimento dell’azione.
Sono invero personaggi storici, ma, dice Stefania Auci, il cui vissuto è stato immaginato, ma sovente l’immaginazione riesce a fare venire fuori l’autenticità del personaggio. Verso Donna Franca, Ignazio ha un trasporto emotivo molto forte. Ignazio, come si legge nelle cronache dell’epoca, fu un personaggio molto risoluto, determinato e caparbio nel ottenere quello che voleva. Nel libro, dice l’autrice, in certo qual modo, se ne alleggeriscono i tratti, ma rimane una ricostruzione sufficientemente realistica, basata su fonti e testimonianze storiche. Si riportano in qualche caso le lettere e la documentazione inviata al Ministero mentre quella che è i la corrispondenza privata rimane meno fedele.
Chiaramente spicca in questa seconda parte la figura della “Regina di Palermo”, donna Franca Iacona, Baronessa di San Giuliano, moglie di Ignazio Florio Junior, con l’intento di toglierla dal mito e da icona di un epoca, ma tutti i personaggi vengono curati con scrupolo e attenzione in un’opera che conserva e accresce il suo interesse.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Stefania Auci presenta “L’inverno dei Leoni. La saga dei Florio”
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