Stella d’Africa. La vita straordinaria di Luciano Vassallo mito del calcio africano anni ’60, esule in Italia
- Autore: Antonio Felici
- Genere: Storie vere
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2014
Capita. Poche volte ma capita che “vita da romanzo” non sia soltanto un modo di dire. Quella di Luciano Vassallo, per esempio, un romanzo ci è diventata (“Stella d’Africa. La vita straordinaria di Luciano Vassallo mito del calcio africano anni ’60, esule in Italia”, Edizioni Coralli) e dati causa, pretesto e contesto storico, non avrebbe potuto essere altrimenti.
La vita straordinaria di Luciano Vassallo (come recita il sottotitolo) è la vita di un figlio della guerra divenuto stella fulgida del calcio africano anni Sessanta. Malgrado un cognome difficile da portare (nato da un soldato italiano e un’eritrea), la condizione di meticcio, la fame più nera della sua carnagione e i pregiudizi sociali, seguiti alla caduta del fascismo. Una storia dolce/amara, come un po’ tutte le vite che vale la pena raccontare, declinata dalla penna di Antonio Felici, giornalista (Guerin Sportivo, France Footbol) e scrittore sulle orme ideali del maestro Gianni Brera.
Il riscatto di Vassallo passa soprattutto per il suo talento di calciatore, un talento adamantino che nel 1962 lo porta da capitano dell’Etiopia a sollevare in cielo la Coppa d’Africa. Quasi una sfida lanciata al destino. La sintesi perfetta della sua duplice caratura - umana e sportiva - la da Dino Zoff, nella prefazione al volume:
“Nel ’74, - scrive - Sanon, attaccante di Haiti, mi fece gol mettendo fine al mio record di imbattibilità in Nazionale. Quella rete fu per lui e il suo paese un momento di grande orgoglio e di riscatto. Ecco, dopo aver letto questo libro, mi sarebbe piaciuto che, al posto di Sanon, a farmi gol ci fosse stato Luciano Vassallo”.
Il primo grande merito di Antonio Felici sta nell’averne rievocato ascesi e caduta con puntualità "verista" - con l’avvento del regime di Menghistu, Vassallo “scappa” in Italia reinventandosi letteralmente la vita - ; il secondo in una felicità di scrittura che irretisce il lettore sin dalle prime righe, rendendolo partecipe di una vicenda-paradigma, spesa all’insegna di classe adamantina, valori veri e dignità.
Penso che tanti primattori del calcio contemporaneo dovrebbero dare un’occhiata a questo libro e - ammesso che “creste” e tatuaggi non abbiano loro compromesso il cervello - magari rifletterci su.
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