Sul fronte dell’Isonzo. Giuseppe Cacciotti
- Autore: Elisabetta Ricci
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2023
Nonna Giuseppina raccontava del prozio caduto sul Falzarego, un soldatino della provincia di Roma morto a 21 anni nella prima guerra mondiale al confine del Veneto col Trentino. Quelle terre, contese tra il Regno d’Italia e l’Impero Austriaco e teatro di scontri bellici sanguinosi centodieci anni fa, oggi sono ridenti mete di vacanzieri d’ogni provenienza. Tra loro, Elisabetta Ricci, insegnante laziale che frequentando quei luoghi ha pensato allo sfortunato predecessore. È nato così un agile volumetto rievocativo, un documento storico di contenuti familiari ma di respiro collettivo: Sul fronte dell’Isonzo. Giuseppe Cacciotti. Primo caduto di Carpineto Romano nella Grande Guerra, pubblicato un anno fa da Atlantide Editore di Latina (maggio 2023, 76 pagine) con un interessante corredo di fotografie, atti e documenti, soprattutto in un’appendice in coda.
Carpinetana, Elisabetta Ricci è laureata in lingue e letterature straniere, vanta un master universitario di II livello in management per le scuole dell’autonomia, insegna in una scuola primaria e con Atlantide ha già pubblicato A un metro dal traguardo. Luigi Cacciotti, un uomo perbene nel 2022.
Durante la Grande Guerra nonna Peppina c’era anche nata, nel luglio 1915 per l’esattezza, e aveva perso il padre, Cesare, partito per fare il suo dovere ma stroncato da una broncopolmonite nel 1916, nell’ospedale militare marchigiano di Senigallia, dov’era ricoverato. Alla nascita della bambina, Giuseppe era già morto da una settimana, per questo il nome della neonata ripeteva quello dello zio ventunenne, scomparso sui monti lontani al confine. Era stata l’unica consolazione di mamma Lucia, dopo la morte del figlio. Peppina alternava due versioni, che si ripetevano in famiglia: deceduto a Belluno, caduto sul campo di battaglia. L’incertezza ha acceso la curiosità di Elisabetta, impegnata per anni in una ricerca approfondita sul prozio.
Da poco ha scoperto che Giuseppe riposa nel terzo gradone del Sacrario Militare di Redipuglia e che il suo nome è scritto nell’Albo d’Oro della Repubblica, con quello del bisnonno Cesare. Le ferite per la perdita delle due giovani vite non si erano mai risanate in famiglia; la nonna li ricordava facendo celebrare messe regolari e le raccomandava di non trascurarli, dopo la sua scomparsa.
“Mi piace immaginare i tratti del viso” di Giuseppe, scrive l’autrice. Immaginare, perché di questo ragazzo non si conserva neanche una foto. Ha cercato di ricostruire la sua breve esistenza secondo quanto immaginato su di lui e sulla vita a Carpineto grazie ai racconti di nonna Peppina, intrecciati con il ciclo delle stagioni e con gli avvenimenti più importanti del tempo. Per quelli che potrebbero essere stati i suoi giorni di soldato e in trincea, non ha potuto che affidarsi alla fantasia, sostenuta per pochi particolari da ricerche in archivio.
Lucia aveva sposato Luigi Cacciotti, un contadino dei Monti Lepini piuttosto colto per i suoi tempi: in casa custodiva copie dei capolavori della letteratura italiana, Ariosto, Tasso, Manzoni. Ebbero cinque figli maschi: le braccia forti non mancavano in quella famiglia, per quanto il conflitto abbia preteso prima Giuseppe poi Cesare, il bisnonno di Elisabetta, di cui si conserva una sola fotografia. È tra quelle a corredo del volume e lo ritrae bambino di 3-4 anni, abbracciato col fratello Marzio alle gambe del nonno Giuseppe, un bell’anziano in posa con una rassicurante barba bianca fluente.
Il libro della dottoressa Ricci è un documento di storia familiare, semplice, rurale, d’antan. Descrive con amore la vita contadina dei tempi andati. Si legga la pagina che racconta la svolta nuziale di Marzio e Cesare, i maggiori dei Cacciotti. Non sa come i due fratelli abbiano conosciuto le fidanzate, Assunta e Antonia; forse in chiesa durante le funzioni religiose o nelle feste paesane, magari per una scelta della trisavola. Sta di fatto che i due giovani si presentarono con i genitori nelle case delle innamorate per chiedere la mano e avviare i fidanzamenti ufficiali. Definite le rispettive doti, fissate le nozze, si provvide a trasferire il corredo nella casa dei futuri sposi, all’avvicinarsi delle date dei matrimoni.
Uno spaccato di serenità e di dedizione al lavoro e ai valori tradizionali quello che ci regala l’autrice, scalfito purtroppo dal sanguinoso contesto bellico che giustifica questo libro ed è stato tanto esigente con i bravi Cacciotti di Carpineto Romano.
Pervenuta l’8 luglio 1915, a firma dell’Ufficiale d’Amministrazione del 17° Fanteria, una fredda comunicazione quasi anestetizza con la sua laconicità e sommaria punteggiatura la drammatica notizia portata a casa Cacciotti dal sindaco e da don Lelio Antonelli, il parroco di San Leone Magno, ultimo a salutare Giuseppe con affetto raccomandandogli di stare in guardia.
L’anno millenovecentoquindici ed alli uno del mese di Luglio nell’ospedale da campo n. 46 Pieris mancava ai vivi alle ore 9.45, in età di anni 21, il soldato Cacciotti Giuseppe della I Compagnia del 17° Reggimento Fanteria col n. 147 di matricola, nativo di Carpineto Romano, provincia di Roma, figlio di Luigi e di Lucia Campagna, ammogliato con..., vedovo di..., morto in seguito a peritonite acuta in seguito a ferita di arma da fuoco, sepolto nel cimitero di Pieris, come risulta dall’estratto dell’atto di morte dell’ospedaletto da campo succitato firmato dai testimoni Pianella Francesco, Pucci dott. Donato e Pater Noster Angelos.
Sul fronte dell'Isonzo. Giuseppe Cacciotti. Primo caduto di Carpineto Romano nella Grande Guerra
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