Supermarket porno di Sabrina Paravicini

Prendete nota perché sto per segnalarvi una scrittrice italiana da leggere a ogni costo e a scatola chiusa. Si chiama Sabrina Paravicini e magari l’avrete vista al cinema o in tv (“Un medico in famiglia”) perché dà (buona) prova di sè anche come attrice e regista, ma non saltate subito a conclusioni sbagliate: vi ho già detto che la Paravicini è una scrittrice “vera” e ve lo confermo a lettere cubitali.

Il suo “Supermarket porno” (Gremese, 2014) è un libro lucido, scritto benissimo: un poema sulla psicopatologia sessuale inquadrata dal focus dell’angoscia, l’apoteosi coitale in declinazione mortifera, un romanzo-matrioska - una storia di storie -, stracarico di onanismi, amplessi, perversioni, coazioni a ripetere, malattia mentale, legati al filo rosso della disperazione. C’è il divo del porno alle prese con problemi di impotenza, il bello come il sole che si eccita solo con tardone neanche tanto in tiro, il finto-regista che adesca aspiranti attrici a scopo esclusivamente lubrico, il medico che si intrattiene con la figlia adolescente di una sua collega, il ragazzo che alla vigilia degli esami scopre su internet i propri genitori impegnati in fantasiose variazioni erotiche per scambisti e via a discendere nei gironi infernali dei surrogati dell’amore al tempo di internet e dell’afasia relazionale.

A farci da Virgilio in questo excursus post-genitale è un medico psichiatra che si chiama Zeno (esatto, come quello de “La coscienza di…”), che ha probabilmente mandato a memoria la teoria freudiana del “perverso polimorfo” e si intrattiene sulle sfumature del dolore altrui perché a sua volta segnato dal dolore (ex bimbo autistico, patisce una sessualità irrisolta, inespressa, mai vissuta sino in fondo). Al cospetto di tanto ben di Dio, “Supermarket porno” è anche un romanzo-affresco sulla morte dell’anima e sulla relazionalità negata, un romanzo esplicito, impietoso, dal ritmo serrato, che trova nell’approccio narrativo dell’autrice il punto di forza decisivo: quella di Sabrina Paravicini è infatti una scrittura scattante, cruda e aforistica al tempo stesso, come solo chi maneggia con cura le parole e ne percepisce appieno "suono" e sostanza è capace di produrre.

Il romanzo esce per la collana “Le girandole” di Gremese, si legge in una notte (giuro: non potrete fare a meno di finirlo, nemmeno fosse un thriller) e vale per intero i 14,00 euro spesi.