Tempo immemorabile di Rachel Field

“... Nulla è così dolce come il ricordo della felicità, e nulla così amaro quanto un grande dolore che non ha più il potere di farci soffrire.”

Giunta al culmine della sua lunga vita Kate Fernald ripensava agli avvenimenti, “piuttosto banali in se stessi”, che l’avevano condotta nel Maine a Little Prospect. Qui a soli dieci anni quegli stessi avvenimenti avrebbero legato Kate fin dalla fanciullezza alla famiglia Fortune, al suo arduo e orgoglioso destino.

“E nulla mi richiama con tanta evidenza il passato, quanto una di quelle conchiglie che si potevano vedere, una volta sulla cappa del camino, nelle case della costa del Maine. Ce n’erano due anche nel salotto della Folly dei Fortune.”

Kate e sua madre Carrie erano arrivate in quell’angolo nord-orientale del New England provenienti dall’interno degli USA, dove finora erano vissute. Dopo la scomparsa del marito, proprietario di una fattoria in una campagna collinosa e ben riparata, Mrs Fernald aveva trovato un posto come massaia in una grande casa, la Folly dei Fortune, i cui proprietari erano una famiglia di armatori di Portland.

“Non c’è porto troppo lontano, perché i pini dei Fortune non possano gettarvi la loro ombra.”

Recitava un detto popolare del luogo.

Il primo ad abitare la grande casa bianca sul promontorio, la più signorile che si trovasse a est di Portland, era stato Nathaniel il capostipite della dinastia, il quale durante la sua giovinezza aveva combattuto a fianco di George Washington. Nathaniel Fortune con i suoi boschi di legname da costruzione che un giorno avrebbero diffuso il nome dei Fortune per tutto il mondo, aveva saputo trarre vantaggio dalle correnti e dagli alberi. “La solita fortuna dei Fortune”, aveva commentato la popolazione locale.

La navigazione per Nathaniel jr, figlio del capostipite, era diventata un elemento naturale: a ventun anni aveva doppiato due volte Capo Horn.

“Vissuto nell’epoca aurea della navigazione a vela, si era spento proprio quando l’ombra del fumo delle macchine a carbone cominciava ad apparire all’orizzonte.”

Ora all’interno della Folly vivevano il maggiore Fortune, vedovo, uomo rude, brusco e laconico con i suoi due figli, Clarissa (Rissa) giovinetta dalla raffinata eleganza e Nathaniel (Nat) gracile e cagionevole. Kate sarebbe cresciuta con i figli del maggiore, compagna di giochi e di avventure, curiosa e attenta testimone di un mondo al quale era consapevole di non appartenere.

“Senza la famiglia Fortune, la storia che mi accingo a scrivere sarebbe un’altra.”

È uno splendido "Tempo immemorabile" (titolo originale del volume Time out of Mind) quello che Rachel Field (1894-1942) narra, volume che la casa editrice romana ha rieditato con una nuova traduzione a cura di Donatella Vallesi.
Il libro edito nel 1935 valse alla scrittrice, finora solo autrice di volumi dedicati all’infanzia, il National Book Award, il primo nella storia del più prestigioso premio letterario statunitense. Romanzo di formazione autentico, nel quale scorre il tempo dei ricordi “che mi fanno una compagnia dolce e amara al tempo stesso”.

I fratelli Fortune avevano nelle vene il sangue altero e audace della gente di mare che li rendeva inquieti. Kate “una ragazza ben solida”, Rissa “modellata come un oggetto di porcellana” e Nat, fremevano d’impazienza “come navi all’ormeggio avide di lanciarsi verso l’azzurro e l’ignoto". I ragazzi avevano varcato le barriere della fanciullezza e dell’adolescenza, anche Little Prospect era mutata, passando dalla giovinezza alla maturità.
I tempi stavano cambiando, il maggiore Fortune constatava la

“... voracità implacabile del tempo, che distrugge ogni naturale bellezza e abbatte dall’oggi al domani le cose più care dei nostri orizzonti quotidiani.”

Le macchine a vapore stavano soppiantando le navi a vela e i bastimenti dei Fortune non portavano più in giro per il mondo come una volta il nome della dinastia.

“Ma la fortuna è come la marea: per loro ha continuato a salire; adesso è venuto il momento in cui si abbassa.”