Ti ruberò il cielo
- Autore: Riccardo Riva
- Categoria: Poesia
- Anno di pubblicazione: 2022
Riccardo Riva, chef di alta qualità (lo è stato in Costa Rica e in Africa in Uganda, dove ha incontrato e sposato Amina) è un personaggio creativo a Trieste.
Sa coniugare poesia e convivialità nel suo locale tutto particolare, dove esiste una libreria e la possibilità di scambiarsi libri, organizzare serate culturali e dibattiti sui maggiori problemi posti dal nostro vivere attuale tormentato.
Da ragazzo ha praticato il rugby, mettendo in atto quella formazione dell’io che per i Greci univa la cura del corpo e la psiche, mai disgiunti.
Nel 2022 pubblica il suo primo libro di poesie, Ti ruberò il cielo (FrancoRosso editore, pp. 21) con quattordici liriche in versi sciolti nelle quali la sete di purezza, di un mondo solidale, disillusa, non rinuncia alla speranza, idea che il poeta è chiamato a incarnare sempre, anche e soprattutto nei periodi di aridità in cui il diverso si sente più solo.
Il poeta conserva la sua libertà interiore, la consapevolezza che la massificazione dei costumi è la problematica essenziale, come già Pasolini aveva compreso decenni fa.
Il verso che chiude la silloge è forte ed emblematico:
Uno va bene, due così e così, tre diventa droga.
Il pericolo di diventare parte di un gregge muto, privo di comunicazione, è la profezia che sa di certezza:
Abbiamo perso tutti. / E per cosa? / Per una sola cosa...per una sola parola: dialogo.
Alda Merini, incontrata a Trieste in un caffè nel 2000, diventa figura salvifica nel suo vestito verde (anche questo metaforico):
tu con quello sguardo unico, / tu e solo tu nella serata di tanti recitanti, [...] tu e le tue parole per me, dentro di me, / solo per me
Riva si sente compagno per sempre, avvinto, nonostante tutto, a un’umanità scomparsa, a una sinistra politica che non c’è più.
Lo aiuta l’amore, la sua donna carnale e nello stesso tempo angelicata, eterna Beatrice con cui ritrova la regalità spirituale:
io il re dell’infinito, tu la musa del destino.
E ancora, nella lirica Io e te:
chissà se potremo di nuovo, / insieme, in un solo balzo / come un bacio di labbra salate / rendere al mondo quello / che insieme il bivio ci ha tolto.
Ciò che la realtà non può assicurare, può farlo l’eterno sogno in Dio, sentito come amore nel banchetto dell’agape, festoso, mentre il cuore invece soffre nel profondo, con una ferita per il momento insanabile.
Soltanto il cielo può cicatrizzarla:
[...] padre mio celeste / non fu scritto e insegnato nei tempi / che non ci sia in cielo e in terra / sogno più ambito e inseguito / in cui il mondo potesse ridere tutto, / banchetti e pietanze per tutti / o mia anima tale è la ferita / che non vedo più il fondo, / tale e tale resta la nebbia interiore.
Gesù Cristo ha promesso il capovolgimento dei valori materialistici:
possa tu capirci, / come gli ultimi siano primi / grido a te la mia scongiura...
Sono versi che si imprimono profondamente nel lettore, ridestando ciò che la società del profitto ha rinnegato.
Fedele a sé stesso, Riva con la poesia esorta ciascuno di noi a lavorare per un rinnovamento in tempi di alienazione, decadenza e indifferenza uno per l’altro.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Ti ruberò il cielo
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