Tomasi di Lampedusa e i luoghi del Gattopardo
- Autore: Maria Antonietta Ferraloro
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2014
“Tomasi di Lampedusa e i luoghi del Gattopardo” (Pacini Editore, 2014) di Maria Antonietta Ferraloro rivisita luoghi e personaggi da cui trasse ispirazione l’autore del Gattopardo che come è noto costituì un vero e proprio caso letterario, vincendo otto mesi dopo la sua uscita il Premio Strega e raggiungendo la tiratura di duecento cinquantamila copie. Il Tomasi si ritrovò a Ficarra, piccolo centro sui Nebrodi, ivi sfollato a causa dei bombardamenti di “liberazione” e proveniva da Villa Piccolo a Capo d’Orlando ove era stato ospite del suo affezionato cugino Lucio Piccolo di Calanovella, cui era molto vicino per gusti e affinità culturali. Durante i bombardamenti alleati, lungo e disagevole fu il suo peregrinare, avendo avuto distrutta la sua splendida dimora a Palermo, centrata da una bomba, e tale evento lo sconvolse particolarmente essendo molto legato ai luoghi della sua infanzia. Si era recato dapprima a San Pellegrino per un Premio letterario con l’amato cugino e poi nella sua villa ed infine giunse a Ficarra e con questi luoghi ebbe un rapporto di alterità e di sofferenza.
Tutto ciò è visibile nella descrizione dei luoghi del “Gattopardo” ove il paesaggio e gli ambienti costituiscono una sorte di convitato di pietra che fanno solamente da cornice alla narrazione. Il Tomasi cercava un posto tranquillo, lontano dal teatro degli scontri bellici che però sembrarono seguirlo, essendo l’ultima meta, vicino al luogo dello sbarco degli Alleati che avvenne nella vicina Brolo.
“Tomasi di Lampedusa e i luoghi del Gattopardo” della Ferraloro è un saggio ed insieme un racconto dove l’autrice ha raccontato di essere stata educata alla lettura, in questo piccolo centro ove all’improvviso comparve nel 1943 Giuseppe Tomasi. In un certo qual modo si può comparare la fine del Principe con quella del suo personaggio principale del romanzo, il principe di Salina. Il Tomasi è a quel tempo un principe mendicante, molto introverso, chiuso ai rapporti interpersonali ma nel paese di Ficarra la sua comparsa è un evento e gli si vogliono attribuire i dovuti onori. Il suo arrivo, la sua permanenza seppure non di lunga durata, costituisce un evento che è rimasto sedimentato nella memoria collettiva della popolazione locale. Questo in particolare ha suscitato nell’autrice l’interesse ad approfondire l’uomo ed il personaggio e Tomasi ed il paese di Ficarra sembrano incrociarsi nelle vicende personali ed in quelle narrate.
Si presentò nel paese come un “giovin signore” ma come si sa , le guerre rimescolano le carte, le società e Tomasi era senza soldi e senza punti di riferimento. Piccolo non fu per lui solo un parente, un cugino, ma un “fratello” intellettuale che ospitò quel principe che già da venti e più anni maturava l’idea di scrivere il suo romanzo che venne elaborato di poi in due anni. Egli dimorò solo tre mesi a Ficarra, dopo Capo d’Orlando, ma quei tre mesi furono quelli cruenti della battaglia di Sicilia. Alcuni episodi del romanzo, ha raccontato l’autrice, riportano veri episodi avvenuti a Ficarra, come appunto quello del ritrovamento di un soldato seppellito in un giardino.
Maria Antonietta Ferraloro ha raccolto la testimonianza, definita da lei stessa essenziale per le sue ricerche, del prof. Pietro Ferraloro che ricoprì successivamente il ruolo di Preside nella scuola media di Ficarra di cui l’autrice è stata allieva. Nel periodo del soggiorno a Ficarra, Pietro Ferraloro allora ventenne fu per il Tomasi un interlocutore privilegiato riconoscendo in lui, nonostante la differenza di età, le stesse pulsioni ed il suo grande amore verso la letteratura.
Tomasi di Lampedusa e i luoghi del Gattopardo
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