Torino dimenticata di Milo Julini

Milo Julini, ricercatore, docente in quiescenza dell’Università di Torino, ha al suo attivo una pluriennale attività di ricerca sulla ricostruzione di vicende criminali accadute a Torino. Tra i suoi libri: Processi e sorrisi; Cronache criminali del vecchio Piemonte; Torino che non c’è più; Ladri di cioccolato e altre storie giudiziarie. Ora pubblica con la casa editrice Baima Ronchetti (2020) un libro di raro gusto letterario intitolato: Torino dimenticata. Ricognizioni tra memorie e luoghi di un tempo.

L’amore sconfinato per la città di Torino emerge con prepotenza da uno studio ricercato. A partire dalla toponomastica di Torino l’autore ricostruisce la storia di vita di chi a queste vie sono state dedicate. Storie spesso sconosciute, di cui il passante frettoloso non sa nulla. Per cui lo stesso Mila Julini afferma,

“Ho parlato in passato di personaggi tirati fuori, almeno per un momento, dal canton dla desmentia, dal dimenticatoio, spesso dopo averli proposti nel corso di conferenze."

Lo scopo precipuo di questo saggio risulta così essere:

“Anche una persona di elevata cultura, perfino uno storico, conoscerà solo una piccola parte di queste figure minori, scoprirne le biografie significa comporre un mosaico di pezzi di storia e di vita di tutte le comunità che oggi ricordano queste migliaia di fratelli.”

Il saggio è suddiviso in sei capitoli: Luoghi e personaggi del risorgimento torinese, Artisti e scienziati, Sindaci di Torino, Santi Sociali, Il re Vittorio Emanuele II nella sua vita intima, Torino tra memorie e luoghi del tempo.
Ne consegue un libro particolarmente curioso e curato nei minimi particolari. Particolarmente adatto a chi ama la storia della città, ma non solo. Anche a chi vuole conoscere a fondo una città ricca di storia e di mistero. Un significativo plauso per la precisione e la ricchezza delle fonti e per il lavorio di ricerca che vi è alla base. Una pletora di personaggi e di curiosità che rendono la lettura ricca di intrigo e dotata di un fascino indiscutibile. Una Torino che, attraverso tale saggio,

“Prende vita, e si popola non di fantasmi, bensì di anime viventi rese tali dalla rievocazione del loro passato.”