Tu sei il male
- Autore: Roberto Costantini
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Marsilio
- Anno di pubblicazione: 2011
Roberto Costantini, ingegnere, non è uno scrittore professionista, ma certamente lo è diventato dopo la pubblicazione di questo libro, destinato a diventare il primo di una trilogia e immagino presto anche un film. In libreria da settembre 2011 con Marsilio e già alla quarta edizione, Tu sei il male è un thriller definito da Corrado Augias sul Venerdì, come “uno di quei romanzi che uno ha voglia di tornare a casa per continuare a leggere”.
Un libro di cui c’è molto da dire, perché la storia non fa staccare gli occhi un solo momento dalle 650 pagine e i temi affrontati, i risvolti politici, etici, religiosi, razziali, economici, sociologici sono tutti mescolati in un plot che coinvolge i lettori su vari piani e a vari livelli.
Nel lungo romanzo, che copre un arco di tempo che va dalla sera della vittoria dell’Italia al Mundial del 1982 ai giorni nostri, Roma fa da vera protagonista: la Roma del Vaticano e dei suoi invalicabili segreti, la Roma dei politici, più o meno corrotti che si avvicendano al potere, la Roma della burocrazia e dei ministeri, la Roma-bene dei quartieri alti e quella degradata dei campi Rom abusivi, quella del volontariato cattolico e quella dei club privati dove si fanno sesso estremo e scommesse, la città storica con i suoi tramonti e le sue bellezze artistiche e quella miserabile delle periferie, la Roma degli immigrati violenti e quella di chi lavora con impegno e serietà, la Roma delle cene a Trastevere e quella delle zone balneari che si raggiungono in pochi minuti di auto, Ostia, Sabaudia. Un microcosmo diviene metafora della vita e della politica nell’Italia degli ultimi trenta anni e non è un’immagine rassicurante.
L’autore ha dato il ruolo di protagonista ad un poliziotto, appena trentenne nell’82, Michele Balistreri, proveniente dalla Libia, figlio di un padre autoritario, con una giovinezza molto turbolenta. Militante nei gruppi di estrema destra, iscritto a Ordine Nuovo, violento quanto basta, dopo il delitto Moro ha lasciato l’impegno nel gruppo eversivo ed ha scelto la laurea e il concorso in polizia. IIl suo primo incarico è in un commissariato tranquillo (“il commissariato di Vigna Clara era emozionante quanto una stazione termale”) nel quartiere alto borghese di Roma nord, dove alterna sedute di poker con il suo amico Angelo Dioguardi, alla ricerca di ragazze disponibili con cui passare la serata fumando, bevendo, facendo sesso. Finché nella magica notte in cui Paolo Rossi siglò la vittoria dell’Italia al Mundial di Spagna, non si scoprì un orribile delitto: la giovane minorenne Elisa Sordi, impiegata in un esclusivo ufficio in un comprensorio della Camilluccia dove un aristocratico con triplo cognome gestiva un condominio a metà con il Cardinale Alessandrini, viene trovata seviziata ed uccisa nel Tevere, presso Ponte Milvio. Le indagini vengono affidate anche a Balistreri, ma conducono ad un vicolo cieco: il giovane Manfredi, figlio del conte proprietario, strano ragazzo che per un’anomalia fisica ha un volto grottesco, viene arrestato ma poi ritenuto innocente; un errore che darà il via al cambio di vita di Balistreri, nella cui mente il caso irrisolto di quell’orrendo delitto scaverà un solco irrisarcibile nella sua coscienza.
La storia riprende molti anni dopo, nel 2006, quando l’Italia vince di nuovo il mondiale di calcio...
Non è il caso di raccontare le infinite pieghe del racconto in cui i numerosi personaggi coinvolti nella storia si trovano a vivere, come in un incubo, mentre i delitti si ripetono con un rituale maniacale. Resta su tutti il contorto e davvero ben riuscito personaggio di Balistreri, con le sue ambiguità, la sua metamorfosi, la sua dirittura, i suoi incubi, le sue malattie, la sua infinita solitudine. Un personaggio simbolico della società odierna, che ci racconta un’Italia che poteva essere migliore e invece è naufragata in mille rivoli di corruzione, piccoli e grandi ricatti, politici e privati, in una commistione insana fra Vaticano, affari, politica, servizi segreti deviati, nell’illusione di cambiare il corso della storia democratica di questo paese. Il potere e la sua ricerca a qualunque prezzo è il male assoluto, sembra suggerire l’autore.
Dopo l’epilogo che conclude la storia, ci si chiede se davvero sia solo un romanzo visionario oppure molto di quello che è raccontato non sia l’incubo dal quale appare difficile svegliarsi.
Un’impressione simile a quella prodotta da questo libro me la diede, anni fa, la lettura di “Romanzo criminale” di Giancarlo De Cataldo, un altro libro simbolico sulla storia della criminalità mescolata con religione e affari. Sembra che le cose non siano affatto cambiate, purtroppo, e le risposte chiare a quanto sia successo in Italia non sono arrivate, anzi, quasi tutto è rimasto un segreto celato.
La polizia, gli apparati dello stato e i mass media sono descritti come pupazzi mossi da un burattinaio occulto il cui fine è l’assunzione di un potere assoluto, fuori da ogni regola e da ogni pietà umana, mentre vinciamo solo i mondiali di calcio: finzione?
Tu sei il male. La Trilogia del male (Vol. 1)
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Gran bel libro. Subito dopo ho letto La lista (edito dall’autore stesso), molto più semplice e breve. Sono pronto per il terzo, La Stella.
Ho letto il commento di Ericuccio su Tu sei il Male e lo ringrazio. Gli altri libri che menziona ( la lista, la stella ecc) NON li ho scritti io, sarà un caso di omonimia.
E’ un errore sicuramente involontario da parte del sito mettere due autori omonimi sulla stessa pagina, dando ai lettori ignari la sensazione che sia la stessa persona.
Spero e credo che li separeranno per evitare confusione
Bello ed avvincente. intelligente ed arguto. belli gli spunti di riflessione paragonati alla realtà attuale. molto affascinante anche Alle Radici del Male, l intersecarsi della vita del protagonista in una realtà difficile come il mondo arabo, con la "normalità" di un paese come il ns. attendo con curiosità di leggere il 3° libro di questa citata trilogia...
Io non sono riuscita a finirlo. I personaggi erano così stereotipati e senza spessore, da lasciarmi un senso di irrealtà costante, tanto che nemmeno mi interessava più sapere chi fosse l’assassino. Il protagonista, che fa sempre la parte del latin lover vincente e descrive tutte le donne come meri oggetti sessuali a prescindere, mi irritava troppo. Anche la visione della chiesa e del professore del liceo erano quantomeno banalizzate. Mi aspettavo tanto e sono rimasta assai delusa. E pensare che ero partita col proposito di leggerli tutti.