Turbolenza
- Autore: Davis Szalay
- Genere: Raccolte di racconti
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Adelphi
- Anno di pubblicazione: 2019
Il canadese Davis Szalay, da tempo cittadino ungherese, riunisce in Turbolenza (Adelphi, 2019, traduzione di A. Rusconi) dodici brevi racconti pensati in origine quali episodi di intrattenimento da leggere in radio. Quasi se i personaggi si passassero il testimone, portano il lettore in una dimensione indefinita, tutta da indagare. I capitoli sono pensati come fossero delle tratte aeree e sembrano slegati, ma in realtà sono l’uno il continuo dell’altro. Al pari di un appartamento, per riportare il concetto espresso dall’autore in un’intervista, dove ci sono molte stanze. Ogni volta che si apre una porta si ritrova un personaggio che ha abitato la precedente.
Un gioco di incastri che parte da Londra, col primo personaggio, una signora anziana che è stata a trovare il figlio malato e subisce talmente la paura dell’aereo da finire in ospedale. Dopo avere fatto il giro di altre undici storie, si torna proprio a Londra, per chiudere il cerchio.
Un romanzo circolare, quindi, dove le trame concatenate dovranno fare i conti con l’impossibilità di alcuni soggetti di nascondere i propri segreti, oppure di gestire i sentimenti, perché la vita non è mai come appare. Bisogna appellarsi al coraggio, per non restare imprigionati nei cosiddetti “non luoghi”, gli spazi degli aeroporti.
Storie autonome, ma legate come gli anelli di una catena, dove s’impara a chiedersi chi sarà il personaggio del racconto precedente a essere in primo piano in quello successivo.
Piccole agitazioni, che i personaggi non vivono solo durante i loro voli, coi quali si spostano per il globo, ma che li sconquassano dall’interno.
“Ciò che odiava anche della turbolenza più lieve era il modo in cui poneva fine all’illusione della sicurezza, il modo in cui rendeva impossibile fingere di trovarsi in un luogo protetto.”
Turbolenza è un romanzo consigliato a chi ha voglia di compiere un viaggio nei sentimenti, facendo rapide soste nelle insicurezze che ci accomunano, al fine di raggiungere una meta che ci trova diversi rispetto a quando si era partiti.
Una scrittura fluida e pulita, quella di Davis Szalay, dove alla bellezza delle descrizioni non corrisponde la gravità del giudizio. Piuttosto una scoperta continua, che con disincanto s’affaccia sulla vita di persone fra loro differenti, eppure in un certo qual modo unite.
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Un libro perfetto per...
chi ama i racconti che s’inseguono, in cui alla fine tutto torna.
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Turbolenza
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