Umani del tardocapitalismo. Una tragedia senza dèi né eroi
- Autore: Samuel Reolfi
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2022
Umani del tardocapitalismo. Una tragedia senza dèi né eroi (Algra, 2022) è un romanzo enorme, per volume e profondità, capace di ritrarre con lucidità il triste collasso della società contemporanea e allo stesso tempo di spaziare in mondi fantastici e spirituali (mitologici) con slanci inebrianti e visionari. Il giovane autore Samuel Reolfi racconta una storia che è un’avventura psicologica e morale, simbolica, e pagina dopo pagina pone molte domande scomode al lettore. Stiamo uccidendo il nostro pianeta? Siamo ormai tutti vittime del Capitale e della superficialità? Siamo inesorabilmente soli, confusi e illusi? Dobbiamo vergognarci di noi stessi?
Domande del genere fioriscono come riflessioni e fra le riflessioni dei protagonisti principali e secondari del romanzo. Sorgono come indizi ed effetti nel momento in cui nel Nirvana il Buddha storico si accorge che il mondo degli esseri umani sta cedendo alla tracotanza e al male più invasivo. Per questo convoca la dea della compassione Namgyalma (la cui rappresentazione vediamo sulla copertina del libro) e le assegna il compito di piombare sul mondo degli uomini alla ricerca della vera causa della corruzione morale. Per compiere quest’investigazione, la dea si affida a una guida umana, il giovane Abdul, un ragazzino impacciato e arrabbiato con il mondo, da cui si sente escluso e bullizzato.
Nello spazio narrativo di una sola serata, Namgyalma e Abdul girano per un paesino italiano, dalla periferia al centro, e poi oltre, nei territori degli emarginati e dei dimenticati. Incontrano tanti disperati, donne e uomini incoscienti, ipnotizzati dal commercio e dai falsi bisogni, orgogliosi, presuntuosi e insensibili. Dovunque la dea scorge intolleranza, falsità, omologazione, superficialità. In pratica il male è onnipresente. Samuel Reolfi si lascia andare a continui excursus psicologici e analitici. Porta il lettore nei pensieri di ogni personaggio. E così molte pagine appaiono del tutto inaspettate. Il facile e il difficile si intrecciano in una scrittura immaginifica e abbastanza matura.
Solo certe volte i riferimenti sembrano troppo esclusivi ed ermetici e le storie raccontante deviano per lunghi corsi fuori dalla trama principale; e il lettore, allora, può perdere l’orientamento e sentirsi smarrito.
Il libro è un mastodonte di 500 pagine. Richiede attenzione nella lettura e grande partecipazione. Ma alla fine vale la pena impegnarsi, per interrogarsi sulla contemporaneità e analizzare insieme all’autore i mali che rendono ormai invivibile il nostro mondo.
Umani del tardocapitalismo. Una tragedia senza dèi né eroi
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