Un’estate fa di Stefano Tummolini

Breve e intenso questo romanzo di Tummolini, che sembra quasi scrivere una sceneggiatura per poi farne un film. Protagonista di "Un’estate fa" (Fazi, 2014) è un gruppo di ragazzi della Roma bene che trascorre un fine settimana a Sabaudia. I ragazzi di questa scampagnata non sono simpaticissimi: ci sono due sorelle parioline che non hanno mai fatto niente nella vita, solo far finta di studiare, scambiarsi i fidanzati, usare un po’ di droga e spettegolare; ne escono ancora peggio gli uomini, quasi tutti cocainomani, che si ritrovano in questa casa di Domenico Costa, che non ha avvertito i genitori di questa "gita". Oltre al padrone di casa, ci sono:

• Fabrizio, dal fascino malandrino;
• Manuel, che ha vinto l’edizione televisiva di Saranno Famosi. Gay dichiarato, sta tutto il tempo a chiacchierare della sua bravura di ballerino, del suo illuminato futuro, di una casa scintillante, troverà qualcuno della moda con cui convivere e saranno una coppia costantemente fotografata dai giornali rosa;
• Davide, che dice di non sentirsi a suo agio, di essere venuto solo perché gli piaceva Giulia, una delle due gemelle, ma di non essere per nulla "pariolino" (la zona Parioli, a Roma, famosa per la gente facoltosa che abita il quartiere, professionisti, architetti, attori, giornalisti famosi, etc).
• Guido, cugino di Domenico, con il quale ricorda di quando erano piccoli e passavano la villeggiatura con la nonna, giocando, facendo scherzi. Erano legatissimi, ma poi col tempo si sono persi.

Guido è un ragazzo riservato, timido, poco legato a quel gruppo di Sabaudia, contrario alle goliardate e alle droghe, tanto da sembrare già pentito di aver accettato l’invito.
Quel giorno non sta bene, poi, trema di freddo. Katia gli suggerisce un’aspirina e il pomeriggio sul letto, almeno per cenare tutti insieme la sera.
Guido partecipa alla cena, ma sta uno straccio, è bianco, magrissimo, come chi vorrebbe dormire invece di vedere gli altri ragazzi alzare il gomito.
Guido parte da Sabaudia la mattina dopo, sabato, ma nessuno lo vede più.

Il libro ricostruisce la vicenda tramite le dichiarazioni verbali dei ragazzi, del giardiniere e i confronti tra quelli che erano in villa. Un pochino scontata forse l’immagine di questi ragazzi scontenti, abulici, che non provano interesse per niente.
La scrittura assomiglia ad una sceneggiatura, con molti dialoghi. Tummolini non ha sentito la necessità di irrobustire o rendere più denso il romanzo. Un romanzo breve da leggere in un pomeriggio, perché non vedi l’ora di sapere che fine ha fatto Guido (e chiaramente non lo diremo).