Un matrimonio in provincia
- Autore: Marchesa Colombi
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Einaudi
"È difficile immaginare una gioventù più monotona, più squallida, più destituita d’ogni gioia della mia".
Così esordisce Denza, Denza Dellara, la protagonista inquieta e sbadatamente romantica del breve ed efficacissimo capolavoro della Marchesa Colombi, "Un matrimonio in provincia" (Einaudi, 1973, nuova edizione 2009). Per molto tempo queste cento pagine di grandissima modernità, benché siano state scritte a fine Ottocento, sono rimaste accantonate, relegate nel dimenticatoio della letteratura, quasi ad essere volutamente messe in disparte. Eppure persino Natalia Ginzburg, nella nota introduttiva alla nuova edizione del romanzo, ha dichiarato che tutti, nella sua famiglia, avevano trovato "buffo e divertente" quel romanzo che lei stessa rilesse innumerevoli volte.
Dietro una vicenda che, forse, poi così originale non è, si annida un inquieto torpore che, tra uno sbuffo di ironia e una goccia di sarcasmo, traspira persino dagli spazi bianchi lasciati nelle pagine.
Denza è una giovane fanciulla, orfana di madre, la cui vita è sostanzialmente occupata da un padre premuroso e attento affinché lei e Titina, la scialba e devota sorella maggiore, imparino a "scrivere, leggere e a far di conto", preoccupato che apprendano la bellezza dei classici e curino la loro salute ed il loro corpo immergendosi in lunghe passeggiate serali, da una matrigna, brutta e vecchia sì, ma scaltra quanto basta a farle prendere coscienza della propria prepotente bellezza e della necessità di prender marito ("Di leggere, scrivere e far di conto ne sanno a sufficienza, le ragazze non debbono diventar dottoresse. Ora è tempo che imparino a tenere la casa in ordine, a cucire, a stirare, a cucinare, ad essere buone massaie"), e da una zia in cui si riconosce presto il ruolo di icona dello spirito religioso di una casa di fine Ottocento.
"Noi non eravamo malcontente di quel regime, e non ci annoiavamo di certo. Ma non eravamo neppur contente, e non ci divertivamo. Era un’apatia, un’indifferenza assoluta".
Così trascorrevano i giorni Denza e Titina, le due sorelle alla disperata, se pure inizialmente inconsapevole, ricerca di una vita diversa dalla loro, alla ricerca, semplicemente, di una Vita. Presto cosciente di suscitare piacere negli animi di coloro che la osservano per strada, a Denza, diciassettenne ormai, non vanno stretti solo i vestiti, troppo corti da lasciare scoperti piedi e polsi, ma va stretta anche quell’esistenza fatta su misura per una ragazzina di provincia, tiepida e blanda, senza pretesa e senza malizia. Dietro i desideri romantici di una ragazza dalla faccia tonda e bianca come la luna, dall’aria "beata e minchiona", si cela quel pizzico di sano egoismo che la vanità genera in ogni bellezza eloquente, ma soprattutto, ben presto ricondotta alla prosaicità del destino di qualsiasi piccola-borghese del proprio tempo, Denza sarà costretta a piegarsi alla fatalità degli eventi: l’amore intenso ma inespresso per un giovane pretendente si trasformerà in accondiscendenza forzata per un quarantenne brutto e incolore. Pur di sfuggire all’uggia familiare a cui sarebbe stata altrimenti costretta, la ragazza accetta questo matrimonio triste e squallido, conservando tuttavia una lucidità e una vivacità di spirito e contraddistinguendosi grazie a quel beato sarcasmo che le fa esclamare, al termine del libro:
"Così, dopo tutti quegli anni d’amore, di poesia, di sogni sentimentali, fu concluso il mio matrimonio. Ora ho tre figlioli. (...) E la matrigna pretende che io abbia ripresa la mia aria beata e minchiona dei primi anni. Il fatto è che ingrasso".
Con una leggerezza e prontezza di stile inusuali per una scrittrice di fine Ottocento, Marchesa Colombi ci regala questo soffice e appassionante racconto intriso di grande ironia, capace di divertire il lettore e di suscitare riflessioni di grande attualità e modernità. Una genialità velata di un finto perbenismo, subito smascherato dall’audace sarcasmo che la scrittrice annida tra le righe del romanzo, a mo’ di carezzevole trappola per tutti i benpensanti della domenica.
Un Matrimonio in Provincia
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