Una vita in diplomazia. Ricordi di un ambasciatore 1974-2013 di Claudio Pacifico

Claudio Pacifico, nell’arco di quarant’anni, ha scritto una ventina di libri di narrativa, ricordi e approfondimento culturale (in particolare sulla storia e sulla cultura dei Paesi arabi e mediorientali, pubblicati in italiano, arabo e inglese), oltre a una trentina di saggi e articoli di politica internazionale.
Ora torna in libreria con un nuovo saggio-biografia intitolato Una vita in diplomazia (Luoghinteriori, 2023) a cui si aggiunge un sottotitolo significativo: Ricordi di un ambasciatore 1974-2013.
In particolare in esso si parla del lavoro di ambasciatore svolto presso le Ambasciate:

A Teheran, Washington e Mogadiscio. Ambasciatore d’Italia a Dhaka, Khartoum, Tripoli, Il Cairo, Lega Araba. Inviato Speciale per il Mediterraneo e Medio Oriente. Direttore generale per Asia, Oceania e Antartide. Direttore del ‘desk’ Medio Oriente.

Il saggio si apre con una nota doverosa dell’editore che anticipa l’organizzazione del libro:

Va sottolineato che in questa pubblicazione i ricordi dell’Autore sono stati organizzati in capitoli ognuno dei quali è dedicato a uno specifico Paese o sede diplomatica in cui Claudio Pacifico ha operato. I capitoli si susseguono in ordine cronologico e, per comodità di lettura, sono stati organizzati in modo che ognuno sia a sé stante. Vale a dire che ogni capitolo può essere letto autonomamente, indipendentemente dal testo precedente o successivo. Di conseguenza le ripetizioni tra capitoli che trattano la stessa vicenda (Ad esempio la Rivoluzione Iraniana) sono da considerarsi non delle sviste, ma scelte volute.”

Si parla, attraverso un linguaggio preciso, colto e filosofico, di un lavoro particolare, cui pochi conoscono le caratteristiche. Che cosa è in fondo la diplomazia? E quale ruolo ha nei rapporti tra Stati?

Nella sua più larga accezione , significa così l’arte di trattare i negozi di stato, e in ispecie quelli attinenti alla politica estera, come il complesso delle persone che a quest’arte si dedicano.

Il diplomatico Claudio Pacifico è un eccellente artista che esercita quest’arte in molte terre o Stati. Questi ultimi, alcuni più semplici da trattare , altri più complicati. Ma come si diventa ambasciatore?

Nella Repubblica Italiana si accede alla Carriera Diplomatica solo superando un rigido esame di ammissione. Secondo alcuni il più difficile Concorso per entrare nella Pubblica Amministrazione. (…) Inoltre il concorso (…) prevedeva anche che i candidati presentassero un certificato medico che attestasse la loro idoneità a sopportare tutti i climi e sostenessero un colloquio preliminare.

Inoltre alcune Ambasciate sono particolarmente ostili, come ad esempio quella di Teheran nel 1978/79:

A distanza di ormai tanto tempo, rimangono indelebili i ricordi dell’Iran, quello splendido, aspro Paese che avevo esplorato in lungo e in largo; tra i suoi monti innevati, i riarsi deserti e le vallate verdi e ombrose che scendevano sul Caspio. (…) Nel 1978 la situazione era davvero precipitata. (…) avevano preso la cattiva abitudine di attaccare le Ambasciate occidentali.

Per non parlare della Somalia o della Libia.
Tutto il lavoro è svolto con la massima perizia e metodologia. Essenzialmente il lavoro di ambasciatore è una professione in cui il dialogo e la capacità di mediazione sono tratti essenziali e determinanti:

Il dialogo è, spesso, fatto di silenzio, di osservazione, di lettura approfondita della situazione, e la vita dell’ambasciatore Claudio Pacifico è una sintesi di tutti questi aspetti.

Un libro intessuto di ricordi e di riflessioni. Per chi ama la storia e la politica una chicca letteraria, di grande pregio e valore letterario.
Per gli altri l’occasione per approfondire una professione delicata, ma determinante per gli equilibri e i rapporti tra Stati.
Una testimonianza eccellente, che rappresenta un tassello colto e determinante in un clima così teso e complicato come l’odierno. Interessante e molto curioso.