Una vita scapricciata
- Autore: Marisa Laurito
- Genere: Storie vere
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Rizzoli
- Anno di pubblicazione: 2021
Nel volume Una vita scapricciata (Rizzoli, 2021) Marisa Laurito, celebre attrice, cantante, conduttrice televisiva e visual artist, racconta la sua vita ricca di eventi straordinari.
“Sono nata a Napoli, la terra dell’amore, dell’energia e del sole e, per di più, sono un’artista. Mica male, no?”
Tutti sanno che Marisa Laurito è nata a Napoli, ma solo leggendo questa autobiografia i lettori all’inizio del testo scoprono che l’attrice ha vissuto più vite precedenti, incontrandole attraverso sedute di ipnosi regressiva.
Laurito ha vissuto la sua prima vita nel Settecento, dove era una ricchissima donna francese, sposata a un uomo che non amava.
Nella sua seconda vita, nell’Ottocento, Marisa era sempre una donna, questa volta testimone di un omicidio.
Nella sua terza vita, l’attrice era nata nell’isola degli dèi, a Bali, dove era un pemangku, un sacerdote di un tempio induista.
Quella che Marisa Laurito sta attualmente vivendo, chissà, forse la quarta o la centesima, è per sua stessa definizione una vita scapricciata, ed è quella che ama di più.
Se è vero, come sosteneva lo scrittore Giuseppe Marotta, che a Napoli ognuno nasce sotto il segno di una canzonetta, perché mentre la madre urla per dare alla luce il bambino, sicuramente sotto casa o dal balcone di fronte o nel vicolo appresso qualcuno sta cantando una canzone che segnerà la sua vita proprio come se fosse un secondo segno zodiacale, alla mezzanotte del 19 aprile 1951, quando Marisa veniva al mondo, nella casa a fianco don Gennaro stava cantando: “Vincerò”. Non è dunque un caso che sia proprio la testardaggine, “’a capa tosta”, uno dei tratti distintivi del carattere della nostra eroina.
“E nella stessa camera da letto dove era nata mia madre. Nel bel mezzo della notte, con il mio pianto salutai sonoramente il quartiere San Lorenzo, Napoli tutta intera e questa bellissima mia vita”.
Con la sua inconfondibile e simpaticissima “erre moscia”, Marisa Laurito racconta di come sia stato per lei un privilegio nascere e crescere a Napoli, città viva, originale, elegante, appassionata, dove gioia e dolore si fondono in un unico sentimento, che dà alla sua popolazione la forza di sopravvivere, di resistere e di rinascere sempre.
Marisa, che fin da piccola ha desiderato diventare un’artista, nel volume ricorda il suo primo incontro con un napoletano illustre, che tutto il mondo ci invidia: Eduardo De Filippo. Il provino di fronte al maestro, proprio nel giorno in cui Marisa diventava maggiorenne, la felicità di essere stata scritturata dalla compagnia di Eduardo De Filippo nel ruolo di una balia di paese e il debutto al teatro San Ferdinando di Napoli.
Del resto tutta la “vita scapricciata” di Marisa Laurito è stata segnata da incontri del destino, pensiamo a quello con Renzo Arbore, che regala a Marisa l’opportunità di avviarsi verso la sua seconda carriera: quella televisiva. “Quelli della notte”: correva l’anno 1985, al Quirinale c’era un partigiano come Presidente e ogni sera, su Rai 2, intorno alle 23 gli italiani si ritrovavano davanti alla tv, deliziati e divertiti dal programma televisivo di Renzo Arbore e Ugo Porcelli, ideato e condotto da Renzo Arbore, capitano di un gruppo affiatatissimo accomunato da un minimo comune denominatore: il divertimento. C’era chi andava a letto presto per svegliarsi prima delle 23 e c’erano anche dei gruppi d’ascolto che il giorno dopo ripetevano le frasi inventate da quelli della notte a mo’ di tormentone. Qual era il segreto di questo programma dirompente? Semplice: “Mai prendersi sul serio”.
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