Urbi et orbi
- Autore: Dimitrij Miropol’skij
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Fazi
- Anno di pubblicazione: 2021
Vi piacciono le spy stories? E la storia della Russia? E le Sacre Scritture? E la storia del popolo ebraico? E il commercio illegale di oggetti e reliquie storiche? E lo studio approfondito delle dinamiche geopolitiche del continente europeo e del vicino oriente? Allora il romanzo fluviale di Dimitrij Miropol’skij, tradotto per Fazi editore da Carmelo Cascone (2021), dal titolo emblematicamente ecumenico di Urbi et orbi, proprio come la benedizione offerta al mondo dai pontefici romani, è il libro per voi.
Impossibile raccontarne la trama complicatissima, labirintica, piena di colpi di scena e di interlocutori che svolgono doppi e tripli giochi, tanto che chi legge non sa mai chi siano i buoni e chi i cattivi, fino all’ultima, realmente, ultima pagina del libro. Inutile citare i film di Indiana Jones, a cui questa storia sembra richiamarsi: qui oltre alle avventure, le uccisioni, gli spari, i cadaveri, le armi chimiche, le pistole silenziate, la sorveglianza informatica, i cunicoli segreti e via elencando tutto il repertorio tipico delle spy e thriller stories, c’è una lunga sequenza di ricostruzioni storiche della Russia, a partire dalla analogia fra i gesti di tre famosi zar, Ivan il Terribile, Pietro il Grande, Paolo, che nel corso dei secoli scorsi hanno avuto a che fare con i Templari, i Cavalieri di Malta, i Rosacroce, sant’Andrea, l’apostolo fratello di Pietro, evangelizzatore dei paesi slavi.
Tutta la storia che si svolge a San Pietroburgo ha per protagonisti un ufficiale russo dal passato complicato, Odincov, uno storico giovane e un po’ pedante, quanto ingenuo, miope e spaventato, Muninn, e una bellissima scienziata americana di origine etiope, matematica e fisica, tutta presa da calcoli e teorie, Eva. Un generale russo, Psurcev, a capo dell’Accademia, la polizia segreta russa, tenta di usare e poi fermare i tre che sono alla ricerca dell’Arca dell’Alleanza, il più grande e misterioso lascito di Mosè dopo che era sceso dal Monte Sinai dopo aver ricevuto dall’Onnipotente le Tavole della legge.
Dove si nasconde, da migliaia di anni, la preziosa Arca, trafugata dalla Terra Promessa e dopo svariate peripezie, attraverso l’Etiopia giunta ai nostri giorni nientemeno che in Russia? Che ruolo vi ha avuto Varaska, l’amico di Odincov che muore proprio all’inizio del romanzo senza rivelare i suoi segreti?
Urbi et orbi è un romanzo certamente avvincente, ma difficile da seguire per le sue troppe implicazioni, i suoi troppi passaggi dal passato al’attualità, mettendo in campo antiquari spregiudicati, miliardari potentissimi, l’Interpol, il Mossad, scrittori e intellettuali famosi, leoni e unicorni, scozzesi e israeliani, castelli e cunicoli, palazzi monumentali e rifugi segreti. Si presta alla sceneggiatura di una serie, che certamente avrebbe successo.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Urbi et orbi
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