Via Poma oltre la cassazione
- Autore: Paolo Cochi - Paolo Loria - Francesco Bruno
- Genere: Storie vere
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2018
Paolo Cochi, reporter e documentarista romano, ha affrontato il “cold case” forse più famoso degli ultimi trent’anni, quello passato alla storia come “il delitto di via Poma”. Il 7 agosto 1990, negli uffici dell’A.I.A.G (Associazione Italiana Alberghi per la Gioventù), viene barbaramente assassinata con 29 fendenti la ventenne Simonetta Cesaroni. Sola sul luogo di lavoro, quel caldo pomeriggio, la giovane stava inserendo alcuni dati contabili al pc. Il palazzo “tentacolare” di via Poma 2, dove gli uffici hanno sede, è quel martedì quasi del tutto deserto, poiché periodo di ferie. Nessuno ha visto né sentito niente, eppure da sempre si è detto che non può essere stata l’opera di un "occasionale".
"Via Poma oltre la cassazione" è come dice il sottotitolo la cronaca di un delitto senza giustizia. Dopo avere girato l’omonimo “Doc crime”, Paolo Cochi ha pensato bene di farne anche un libro che, basandosi esclusivamente sui documenti ufficiali raccolti e gli atti processuali dell’indagine, riepiloga quanto avvenuto all’epoca. Al suo fianco, l’avvocato Paolo Loria, difensore di Ranieri Busco, fidanzato della vittima e accusato ingiustamente nel 2007 del delitto (verrà assolto in due gradi di giudizio, per questo lo si può affermare), che si è occupato della parte processuale e il criminologo Francesco Bruno a cui si devono senza dubbio i capitoli più avvincenti, perché il professionista fa qui la sua ipotesi, pur se velata, circa l’identità del colpevole.
Un libro scritto a sei mani, dunque, in cui si comprende che molti errori sono stati commessi all’epoca dei fatti, dagli inquirenti, complice la mancanza di tecniche scientifiche valide. Per esempio, allora non vi era la prova del dna, ma si procedeva soltanto all’individuazione del gruppo sanguigno. Per questo una traccia di gruppo A, certamente maschile, commisto al sangue della vittima, trovato sulla porta dell’ufficio dove l’omicidio è avvenuto (così come sul telefono e sull’ascensore), ha soltanto potuto restringere il campo dei sospettati, senza produrre alcun dato certo.
Chi leggerà questo scritto, non potrà fare a meno di pensare che sicuramente qualcuno sapeva, ma non ha parlato. Che tutto è stato insabbiato, sprofondato in un clima di reticenza collettivo.
Dopo tre presunti colpevoli, processati e assolti (Vanacore, Valle, Busco), la novità che si evince, oltre ad alcune dichiarazioni da parte dei protagonisti su cui invece non ci si era soffermati, sarebbe l’anticipazione dell’ora del delitto rispetto a quel che si credeva, molto probabilmente opera anche questa di un antico depistaggio. E in tal caso, gli alibi che hanno fatto sì che molte persone venissero escluse dall’indagine, non sarebbero più “granitici”.
Purtroppo sono trascorsi quasi trent’anni da quel maledetto agosto del Novanta, e molti protagonisti sono morti. La speranza in un pentimento tardivo di qualcuno, che possa aiutare nelle indagini, è però sempre contemplato.
La frase di Paolo Cochi, che riassume questa riflessione ad un libro veramente consigliato, ci troverà tutti concordi.
Molte delle domande che mi ero fatto da semplice spettatore sulla morte di Simonetta Cesaroni hanno trovato risposta nelle carte, ma un interrogativo me lo porto dentro da sempre e neanche questo libro potrà scioglierlo. Se Simonetta non fosse stata una semplice ragazza di quartiere come lo ero io, avrebbero trovato l’assassino?
Via Poma oltre la Cassazione. Cronaca di un delitto senza giustizia
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