Vichinghi. Viaggi, guerre e cultura dei marinai dei ghiacci di Donald F. Logan

Donald F. Logan, con acume, mostra un volto dell’Europa settentrionale nuovo, vede in essa una via alternativa al commercio ormai sbarrato nel Mediterraneo dagli Arabi e ci racconta dei Vichinghi come un nuovo popolo che avrebbe cambiato il mondo.
I Vichinghi sono stati un popolo che ha avuto un largo successo nei fumetti, nei romanzi e soprattutto al cinema. Solitamente vengono presentati come nerboruti uomini violentatori di donne e predoni di chiese e monasteri. Ma è davvero così?

Donald F. Logan nella sua opera "Vichinghi. Viaggi, guerre e cultura dei marinai dei ghiacci" ne dà un’immagine diversa e positiva. Lungi dall’essere solo guerrieri, i Vichinghi furono contadini e mercanti come testimoniano i reperti archeologici studiati dall’autore. Avevano una società articolata e con leggi anche scritte, ma soprattutto quando invasero l’Europa centromeridionale portarono con sé la loro cultura, che non aveva nulla da invidiare a quella latina o germanica.
Si parla dei rapporti con le popolazioni sottomesse, che non furono sempre di odio e con i cristiani che furono accettati a fatica e che furono la causa della cattiva fama degli uomini del Nord. E la scoperta dell’America fu merito loro, ma fu anche un’occasione mancata. Vengono anche messi in rilievo nel libro i rapporti con l’Islam, di solito trascurati. In sostanza Logan ci dà un’immagine nuova dei Normanni.
Bel libro, da leggere per capire l’Alto Medioevo.