Vita effervescente di Madame Clicquot di Fabienne Moreau

La città di Reims nella regione francese della Champagne-Ardenne, traboccante di mura medievali possiede un grande vanto, quello di aver dato i natali a Madame Clicquot Ponsardin, la “Grande Signora dello Champagne”. Fabienne Moreau, storica e archivista della Velve Clicquot Ponsardin, consultando anche gli Archivi della Maison, ha dedicato a questa donna straordinaria una biografia effervescente, piena d’interessanti “bollicine”.

Barbe Nicole Ponsardin era nata il 16 dicembre 1777 nella dimora del padre Nicolas situata in rue Dauphine, a pochi passi da Place Royal. Nicolas Ponsardin aveva fatto fruttare l’azienda tessile fondata da suo padre nel 1728 fino a farla diventare una delle più importanti della regione. Lo scoppio della Rivoluzione Francese nel 1789 aveva dato modo all’adolescente di osservare un mondo in piena trasformazione. Nicolas ben presto si era accorto dell’intelligenza della sua unica figlia, della sua passione per la matematica e la lettura. Non era certo facile trovare un pretendente adeguato a una ragazza con una mente così sveglia e attiva racchiusa in un’anima protesa verso orizzonti lontani.

L’incontro con Francois Clicquot, erede di Philip proprietario di un’azienda tessile che alcuni anni prima si era lanciato con successo nel commercio del vino della Champagne richiesto da tutta Europa, si era rivelato però quello giusto. Il matrimonio tra Barbe e Francois avvenne nel giugno 1798. Se Nicolas Ponsardin aveva dato sua figlia in moglie al principale artefice della futura fonte di ricchezza della città e della regione, Philip Clicquot “faceva entrare il suo unico figlio nel gotha del potere economico e politico di Reims”. La sera stessa del giorno delle nozze la giovane coppia era partita per Bouzy, piccolo villaggio poco distante da Reims, dove i Clicquot possedevano parecchi filari di preziosi vigneti. Vedere e amare quella terra era stato tutt’uno per Barbe, sedotta e incantata dalla visione di quei poggi coltivati a vigneti ammirati nella luce del vespro. Solo dopo molte passeggiate tra i vigneti accompagnata dal fedele Hector, Barbe si era accorta di quanto queste piante fossero al tempo stesso robuste e fragili. Indispensabile dunque il lavoro dell’uomo per la lavorazione del terreno stando attenti ai capricci del clima e ai pericoli delle malattie, perché se non ci fosse stata abbastanza uva buona al momento del raccolto non si sarebbe potuto ottenere un vino di qualità.

Tutte queste informazioni si rivelarono utili quando Madame Clicquot rimase vedova nel 1805, sola con una figlia da allevare, la piccola Clémentine. Nello spazio di pochi mesi la giovane vedova dalle capacità imprenditoriali aveva consolidato la propria posizione, avendo ottenuto di partecipare a tutte le operazioni connesse all’attività della Maison. Era arrivato il momento di conquistare nuovi porti e nuove destinazioni, come i Paesi Baltici e la Russia, sfidando e puntando al cuore dell’Impero napoleonico, qualora fosse stato necessario.

“Regioni devastate, blocchi nel mare del Nord e nel Baltico, naufragi... “, nulla sembrava fermare l’intrepida Madame Clicquot, scomparsa nel 1866 alla veneranda età di ottantotto anni. Coinvolgente la narrazione delle imprese quasi leggendarie di Barbe, la cui vita e lavoro sono lo specchio dell’azienda alla quale dedicò la sua intera esistenza.

Si deve alla figlia del Barone Nicolas “l’invenzione del metodo di remuage sur pupitre per schiarire i vini, la prima curvée millesimata conosciuta in Champagne e l’elaborazione, fin dal 1818, di uno champagne roseé realizzato con vitigni assemblati” come precisa l’autrice nella Prefazione del volume (titolo originale Dans le secrets de Madame Clicquot, traduzione di Doriana Comerlati).

Come non pensare al coraggio e alla lungimiranza di questa indomita figura femminile, sempre fedele al motto “una sola qualità, la primissima” in questo particolare periodo dell’anno nel quale lo champagne scorre a fiumi? Prosit!

“I nostri vini sono apprezzati da entrambe le élite: quella che detta legge continua, finché può, a vivere con larghezza cercando il meglio; l’altra, quella emergente, animata dalle stesse ambizioni dei borghesi francesi, è pronta a imitare i suoi avversari quando si tratta di onorare Dioniso”.