Vizio di forma
- Autore: Thomas Pynchon
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Einaudi
- Anno di pubblicazione: 2011
Larry Sportello (il nome è tutto un programma) è un detective improbabile della California anni ’60. Immaginate il periodo: gli hippies invadono le piazze, ma siamo a Los Angeles e a essere invase sono ovviamente le spiagge; una gioventù allucinata si contrappone all’assurdità di una guerra allucinante condotta dall’altra parte del globo, in Vietnam, da un presidente guerrafondaio e reazionario, mentre gli eccessi della generazione figlia dei fiori partoriscono la Manson family e una strage che passerà alla storia col nome di Cielo Drive. Se si vuole immaginare un assurdo già basterebbe, ma questa è la realtà.
Sportello, ex surfista, hippy nel corpo e nell’anima appassionato di spinelli e acidi, ha creato una sua casa investigatrice, la LSD Indagini, testualmente Localizzazione, Sorveglianza, Discrezione (oh il genio!), occupandosi di infedeltà coniugali e piccole truffe. Un giorno si presenta la sua ex ragazza Shasta e Larry, nella nebbia della sua fumatissima coscienza, subito si accorge di non aver mai smesso di amarla. Shasta, che non brilla di intelligenza quanto di una bellezza candida, gli chiede aiuto perché il suo attuale amante, un ricco costruttore, è in grave pericolo.
Iniziano così le indagini del detective Sportello, che si ritrova a inseguire tracce strampalate, imbattendosi in una giungla umana inquietante: neofascisti di Fratellanza Ariana, nazibiker come le Pantere Nere, un club di massaggiatrici emancipate (e qui se ne vedono delle belle!), surfisti new age stonati, sbirri reazionari dai gusti eccentrici, dentisti criminali, rocker defunti che riappaiono come fantasmi. Insomma, un mondo di personaggi tanto reali quanto assurdi, dove Sportello rischia più volte di soccombere.
La trama è intricata, anzi letteralmente incasinata, proprio come lo è la vita di Sportello, e il tutto è visto e interpretato dalla coscienza annacquata dell’investigatore, la cui mente offuscata lo esime dal comprendere in quale grosso guaio si stia ficcando.
La narrazione segue così il filo allucinato del protagonista, tanto da condurre il lettore in un mondo altrettanto psichedelico da perdere più volte l’orientamento, ci si ritrova ad allargare il proprio stato di coscienza in una visione degli eventi decisamente alterata, e senza la necessità di assumere droghe!
Vizio di forma di Thomas Pynchon (Einaudi, 2011, trad. M. Bocchiola) è un noir psichedelico, divertente all’accesso, di un’ironia sconclusionata, citazioni musicali da brivido, dove si respira una latente sensualità e il senso di libertà di una generazione che ha fatto epoca. È l’America della controcultura degli anni ‘60, di un sogno generazionale che ha ipotizzato un mondo diverso, dove amore e libertà potessero soppiantare la guerra e la sopraffazione. Sappiamo tutti come è andata a finire:
“Vizio di forma è, alla fine, anche una porta aperta su un tempo e un luogo precisi, una spiaggia della Storia, la California degli anni Sessanta, “piccola parentesi di luce” condannata purtroppo a essere inghiottita dalla restaurazione.”
In immagine, il volto stralunato e accattivante di Sportello è magistralmente incarnato da un adorabile Joaquin Phoenix nella meritevole trasposizione cinematografica di Paul Thomas Anderson.
Vizio di forma
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