Weiweismi
- Autore: Ai Weiwei
- Casa editrice: Einaudi
- Anno di pubblicazione: 2013
Blogger cinese, classe 1957, Ai Weiwei ha scritto contro il governo cinese sui temi della democrazia e dei diritti civili. In questo librino dal titolo "Weiweismi" sono raccolti pensieri, tweet e aforismi.
Per essere contro la politica cinese Ai Weiwei si è fatto quattro mesi di carcere e il suo blog e la sua iscrizione a Twitter non sono visibili in Cina.
Il poliedrico personaggio, anche regista e scultore, cerca con le sue parole di descrivere ancora la chiusura politica del suo paese che è cresciuto enormemente dal punto di vista economico, ma per niente per quanto riguarda i diritti civili. La Cina, ancora ideologicamente comunista, ha una Nomenclatura chiusa a riccio che non lascia spazi a nessuna forma di libertà individuale.
"Il governo non può impedire al popolo di comunicare liberamente, di raccogliere informazioni e di esprimersi. Quando lo fa questa nazione non è il posto giusto in cui vivere. Il governo sacrifica generazioni e generazioni di opportunità per il suo popolo. Questo è un crimine".
Se non c’è libertà di espressione, sembra dire Ai Weiwei, tutto è inutile; solo che per le autorità cinesi gli artisti sono prostitute. Nel sistema comunista gli artisti rappresentano solo quello che la struttura di potere chiede loro di rappresentare.
Non tutti i tweet raccolti sono illuminanti, alcuni sono abbastanza banali, tipo:
"La vita non dà garanzia, perciò sarà meglio sfruttarla mentre siamo ancora in buona salute".
Insomma lapalissiano.
Mentre era in prigione, il suo nome per alcuni gruppi intellettuali è diventato un must da cui non si può prescindere.
Poi riflessioni su Twitter, tutte molto entusiastiche fino ad arrivare a dire:
"Se Shakespeare vivesse oggi, magari scriverebbe su Twitter".
Un librino illuminante su un mondo, quello cinese, che resta sempre oscuro per noi occidentali.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Weiweismi
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