Zero e i suoi multipli. Renato Zero in 100 pagine
- Autore: Gaetano Menna, Monica Menna
- Genere: Musica
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2014
Sono stato degregoriano. Poi gucciniano, bertoliano, per qualche tempo persino branduardiano. “Sorcino” mai, giuro. Mai praticato il Verbo zerofolle, ho sempre guardato dalla giusta distanza l’escalation nazionalpopolare di Renato Zero: troppo messianico, precettistico, istrione, troppo funky, troppo tutto per i miei gusti austeri di allora, e persino ora che si è attestato su quote più normali. L’afflato predicatorio e un’indubbia vis da capopopolo glam hanno fatto di Zero un’icona, ma un’icona di segno pop (nel senso di non-cantautorale), trasversale, alla portata finanche delle vecchiette più lungimiranti.
Certo che ventotto album in studio, sei live, svariate raccolte, vagonate di dischi andati via come caramelle a una festa di Halloween (quando i dischi andavano via come caramelle a una festa di Halloween) sono numeri che parlano da soli e non si discutono. Come non si discutono del Nostro la fantasia controcorrente, l’impatto scenico, i tour coloratissimi, la dignità qualitativa con cui, tutto sommato, si attesta tra le "firme" della canzone tricolore a dispetto del mezzo secolo volato via tra triangoli, carrozzoni, spiagge, e leoni si nasce.
E’, semmai, la fenomenologia zeriana (il contorno glamour che da sempre lo accompagna fuori e dentro il palco) a non ammettere le mezze misure: o dentro o fuori, o estimatori o detrattori, pro o contro le maschere (esibite, sbandierate, millantate), una certa glicemia nei dal vivo, gli eccessi, i "vi amooooo!", gli antichi ripescaggi simil-disco e i nuovi approdi sinfonici.
La sintetica monografia che Gaetano e Monica Menna dedicano a Zero per Aereostella (“Zero e i suoi multipli. Renato Zero in 100 pagine”) fa il suo lavoro, riesaminandone il corpus discografico (scandagliato anno per anno, disco per disco), le intuizioni, l’anticonformismo, le “coerenti trasformazioni” (giocando col titolo si potrebbe scrivere che zero moltiplicato qualsiasi numero da sempre Zero): dai tempi naif di “No! Mamma, no!” (1973) fino all’altro ieri - più rassicurante - di “Amo capitolo II” (2013).
Dalle piume di struzzo en travesti al look da guru ascetico di bianco vestito (vedi copertina). Insomma: il personaggio c’è e sempre ci sarà, gli autori pure (stile scorrevole, note bio-discografiche redatte con attenzione), il libro se ne avvale: si legge d’un fiato e viene buono da consultare, magari anche tra un (ri)ascolto e l’altro.
E dunque sorcini di ieri e di oggi, fatevi sotto. Fra l’altro costa 12 euro appena!
Zero e i suoi multipli. Renato Zero in 100 pagine
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