L’interesse del pubblico per Peter Pan e le numerose versioni teatrali e cinematografiche dimostrano l’eterna magia della storia ideata da James Matthew Barrie ad inizio ’900. L’indirizzo più poetico di sempre è nel cuore di tutti: seconda stella a destra e poi dritto fino al mattino. Direzione: l’isola che non c’è. Ma l’isola c’è eccome, stando alle testimonianze di studiosi e ricercatori. Le indicazioni ricordano infatti quelle contenute in una lettera. A firmarla è un altro grande scrittore dalla fantasia illimitata: Robert Louis Stevenson. L’autore de L’Isola del tesoro (pubblicata per la prima volta nel 1883) sta indicando a Barrie il modo più sicuro per raggiungerlo.
Affitta una barca a San Francisco, poi prendi la seconda a sinistra: io sono lì.
E il viaggio è già iniziato.
Lo scambio epistolare tra Barrie e Stevenson
James Matthew Barrie e Robert Louis Stevenson sono amici e lo rimangono per anni, anche se non si incontrano mai. Ma si scrivono e parecchio: il papà di Peter Pan invierà lettere da 3000 parole al collega. Scrive:
Vorrei essere questa lettera ora, e poterti vedere di persona.
Barrie non intraprenderà mai il viaggio per incontrare di persona Stevenson, che si è trasferito nell’arcipelago di Samoa nel sud del Pacifico per cercare di migliorare le sue condizioni di salute. Si accontenta di immaginarlo e anche in questo è singolarmente straordinario, come nel rapporto di parentela che definisce, invocando le comuni origini scozzesi. In realtà tra i due non esistono legami di sangue, ma il pretesto ricreato da Barrie gli consente di considerare l’interlocutore come uno di famiglia, qualcuno cui confidare desideri, speranze e aspirazioni letterarie.
Le lettere tra Barrie e Stevenson, pubblicate in un libro
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Lo scambio inizia nel 1892. Stevenson, di dieci anni più grande, è famoso. Barrie ha avuto successo con The little Minister, ma il capolavoro che lo consacrerà agli occhi del mondo è ancora lontano. L’epistolario, che si credeva perduto, è stato ritrovato di recente negli archivi della Biblioteca dell’Università di Yale e pubblicato in un libro nel 2020. Si intitola A Friendship in Letters: Robert Louis Stevenson & J. M. Barrie e lo dobbiamo a Michael Shaw, un ricercatore incappato per caso nella scatola che conteneva le lettere. Incuriosito immagina che siano già state pubblicate e cerca il libro, senza risultato. Così si rende conto di aver scoperto un tesoro. Lo stesso Barrie, alla morte di Stevenson, confessava nei suoi appunti che probabilmente le missive da lui inviate oltre oceano non erano state conservate. Aveva torto.
Il libro uscirà in Italia l’8 gennaio 2024 con il titolo Mio carissimo amico. Le lettere fra l’autore dell’Isola del Tesoro e il creatore di Peter Pan, edito dalla casa editrice Lorenzo de’ Medici Press, con traduzione e introduzione di Priscilla Gaetani.
L’isola che non c’è di Peter Pan è l’isola del tesoro di Stevenson?
Stevenson probabilmente riceve le lettere dalla madrepatria lontana con piacere: sono un modo per tenere un legame che la distanza potrebbe affievolire. Apprezza l’amico di penna e le sue capacità letterarie che incoraggia.
Io sono un artista capace; ma inizia ad essermi chiaro che tu sei un uomo di genio.
E poi a proposito del futuro libro di Barrie:
Non c’è danno nel raccontarmelo; sono troppo lontano per essere indiscreto… sussurrami i tuoi segreti senza timore.
Barrie per conto suo ha una propensione a valicare il confine tra realtà e fantasia, ampiamente dimostrata dal debito che Peter Pan contrae con le vicende biografiche del suo autore e con i ragazzi Llewelyn Davies. Stevenson, che lui ammira, non fa eccezione. Le influenze della loro corrispondenza sono evidenti e vanno oltre il famoso indirizzo per raggiungere l’isola che non c’è. Il risultato è che Capitan Uncino finisce per essere un parente stretto di Long John Silver. Un omaggio da parte di Barrie che non si ferma qui.
L’isola di Peter e dei bambini perduti è abitata da pirati, indiani, belve feroci, sirene, fate e da una vegetazione rigogliosa: una terra lontana che è l’isola del tesoro e, insieme, una fedele riproduzione di Samoa.
Stevenson muore nel 1894. Forse, non potendo più intraprendere il viaggio per conoscerlo, Barrie lo conduce a casa sua, nel libro dove può immaginare di incontrarlo quando vuole.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “Mio carissimo amico”: le lettere tra gli scrittori Barrie (papà di Peter Pan) e Stevenson in un libro
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