Periodi lunghi, articolati, tortuosi che spesso sembrano avvolgersi su sé stessi e indagare l’essenza. L’immensa opera narrativa dello scrittore spagnolo Javier Marías, che si è spento ieri a Madrid all’età di 70 anni, potrebbe essere riassunta nella bellezza delle sue frasi interminabili che scavano nella mente del lettore e vi si insinuano sino a indurlo a praticare un esercizio di autoanalisi.
La scrittura di Javier Marías
La scrittura di Marías faceva della digressione un’arte. I suoi romanzi non possono essere riassunti in poche righe e, indubbiamente, non possono essere ridotti all’intreccio, seppur avvincente, della trama. Ciascun libro dell’autore spagnolo dischiude dinnanzi al lettore un intero mondo: le frasi di Marías sono come i periodi di Proust, lunghissime e dispersive, si contengono l’una nell’altra come delle scatole cinesi, aprono parentesi infinite, contengono una narrazione nella narrazione. Narrativa e metanarrativa si intrecciano e la scrittura riflette costantemente su sé stessa in uno sfumare indistinto tra metafisica del reale e dell’immaginario.
Nei romanzi di Javier Marías lo sdoppiamento è una costante: non solo tra le identità dei personaggi, che sono mai uniche e univoche, ma anche nella realtà stessa. La trama è sempre secondaria, poiché alla fine ciò che realmente lo scrittore spagnolo indaga è ciò che poteva essere e non è stato, oppure ciò che sarebbe potuto essere.
Le ipotesi, le congetture, le interpretazioni paranoiche e tormentate acquistano spazio portandoci così al vero climax della storia narrata: la vita pensata, sognata, immaginata è molto più vasta della vita vera e, infine, quel che effettivamente accade non ne è che una minima parte. Bisogna partire da questo assunto per comprendere appieno l’opera di Marías che ha fatto della letteratura uno strumento di indagine accuratissimo dell’animo umano sviscerandone le contraddizioni, le luci e le ombre, la violenza, i sentimenti inenarrabili.
In una memorabile intervista rilasciata al Guardian nel 2013, intitolata simbolicamente A life in writing, lo scrittore aveva rivelato:
Non ho mai avuto un progetto letterario. Sento di aver improvvisato per tutta la mia carriera.
L’improvvisazione di Marías tuttavia non rende giustizia alla complessità della sua opera, che può dirsi tutto tranne che un mero esercizio di scrittura. Possiamo infatti rintracciare una continuità nei temi analizzati dall’autore, che di opera in opera, ritorna sempre sugli stessi argomenti approfondendoli attraverso la lente di ingrandimento del suo sguardo.
Molti critici considerano le sue pagine alcune delle più belle del Novecento. I libri dello scrittore spagnolo sono inoltre ricchi di riferimenti letterari, tratti soprattutto dalla letteratura inglese, da lui molto amata: vi troviamo citazioni di Yeats, Blake, Keats e soprattutto Shakespeare. Per molti dei suoi titoli Marías si è infatti ispirato alle opere del Bardo: Un cuore così bianco è una citazione di Macbeth; Domani nella battaglia pensa a me è una citazione del Riccardo III; Così ha inizio il male è una citazione dell’Amleto.
Javier Marías ha avuto l’abilità di incorporare nella sua immensa opera narrativa il patrimonio degli scrittori che l’hanno preceduto, rendendo così un doveroso omaggio alla letteratura intesa nel suo senso più universale. Se è vero che uno scrittore è fatto, in sostanza, di tutti gli autori venuti prima di lui che lui stesso ha letto, ammirato e amato, Marías ne ha dato dimostrazione, non facendo mistero di essere stato come “un nano sulle spalle dei giganti”. Da qui ha avuto la possibilità di elevarsi e rivelare la sua grandezza attraverso una narrativa raffinata e sublime, finemente cesellata come un’opera d’arte. Tramite una scrittura maestosa, minuziosa, concentrata e al contempo fluviale, Javier Marías si è così presentato al mondo, sino a essere riconosciuto come uno dei maggiori scrittori contemporanei. Aveva fatto del raccontare la propria arte, il suo personale omaggio alla vita poiché - come scrisse in uno dei suoi libri:
Raccontare è la maggiore lealtà, la maggiore prova d’amore e dedizione.
Scopriamo le frasi più celebri tratte dai romanzi dello scrittore spagnolo.
Javier Marías: le citazioni più belle tratte dai suoi romanzi
Citazioni tratte da Un cuore così bianco
Non ho voluto sapere, ma ho saputo che una delle bambine, quando non era più bambina ed era appena tornata dal viaggio di nozze, andò in bagno, si mise davanti allo specchio, si sbottonò la camicetta, si sfilò il reggiseno e si cercò il cuore con la canna della pistola di suo padre, il quale si trovava in sala da pranzo in compagnia di parte della famiglia e di tre ospiti.
L’unica verità è quella che non si conosce e non si trasmette, quella che non si traduce con parole né con immagini, quella celata e non controllata.
Niente è mai accaduto, una volta raccontato.
Se nessuno fosse mai obbligato a fare qualcosa il mondo si paralizzerebbe.
Siamo pieni di rimpianti, di occasioni perdute, di conferme e riaffermazioni, e occasioni sfruttate, quando l’unica certezza è che nulla si afferma e tutto si perde. Non c’è mai un insieme, o forse non c’è mai stato niente.
Raccontare sembra a volte un ossequio, il maggiore ossequio che si possa fare, la maggiore lealtà, la maggior prova d’amore e dedizione.
Lo stare insieme consiste in buona parte nel pensare a voce alta, nel pensare tutto due volte invece che una, una con il pensiero e l’altra con il racconto.
Da lì ascolto quel canto femminile tra i denti che non si fa per essere ascoltato né tantomeno interpretato o tradotto, quel canticchiare insignificante senza intenzioni né destinatario che si ascolta e si apprende e non si dimentica più. Quel canto comunque intonato e che non tace né si stempera dopo che è terminato, quando è seguito dal silenzio della vita adulta, o forse della vita maschile.
Un cuore così bianco
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Citazioni tratte da Domani nella battaglia pensa a me
Nessuno pensa mai che potrebbe ritrovarsi con una morta tra le braccia e non rivedere mai più il viso di cui ricorda il nome. Nessuno pensa mai che qualcuno possa morire nel momento più inopportuno anche se questo capita di continuo, e crediamo che nessuno se non chi sia previsto dovrà morire accanto a noi. Molte volte si nascondono i fatti o le circostanze: i vivi e quello che muore — se ha il tempo di accorgersene — spesso provano vergogna per la forma della morte possibile e per le sue apparenze, e anche per la causa.
Tutto viaggia verso il suo stesso svanire e si perde e poche cose lasciano traccia, soprattutto se non si ripetono, se avvengono una sola volta e non tornano più , altrettanto fanno quelle che si assestano troppo comodamente e tornano ogni giorno e si sovrappongono, neppure quelle lasciano traccia.
Come se mi dicessi, in occasione della morte di un amico: “Be’, in fin dei conti le cose vanno così, tutti quanti muoiono. (…) Non per questo è tollerabile che muoiano gli amici, è intollerabile che muoiano.
Qualcosa deve accadere se vogliamo che si dissipi la paura, e la cosa migliore è darle la sua conclusione.
Quanto poco rimane di ogni individuo nel tempo, inutile come la neve scivolosa.
Tutto viaggia lentamente verso il proprio sfumare in mezzo alle nostre inutili accelerazioni e ai nostri ritardi fittizi, e soltanto l’ultima volta è l’ultima.
Le persone sono volubili e instabili e fragili e si distraggono dai propri interessi per qualunque cosa, tradendo o sfumando così il loro carattere.
Domani nella battaglia pensa a me
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Citazioni tratte da Tutte le anime
Crediamo di poter raccontare le nostre vite in maniera più o meno ragionata e precisa, e quando cominciamo ci rendiamo conto che sono affollate di zone d’ombra, di episodi non spiegati e forse inesplicabili, di scelte non compiute, di opportunità mancate, di elementi che ignoriamo perché riguardano gli altri, di cui è ancora più arduo sapere tutto o sapere qualcosa.
Ci condanniamo sempre con quello che diciamo, non con quello che facciamo. Con quello che diciamo o con quello che diciamo di aver fatto, ma non con quello che dicono gli altri né con quello che abbiamo fatto. Non si può costringere nessuno a rispondere.
Ciò che emoziona è fare sapendo che ciò che si fa o si smette di fare ha peso e significato. Il caso non emoziona.
Tutto si stringe e si concentra, si copre e si fonde, e così si trasforma nel tratto percettibile, materiale e solido, del disegno dei giorni della vita di un uomo.
Questo è ciò che mi suscita turbamento, cessare di stare al mondo e non essere stato prima in questo mondo. Che non ci sia un solo testimone della mia continuità, del mio non essere sempre stato nell’acqua.
Tutte le anime
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Citazioni tratte da Gli innamoramenti
L’abitudine può sostituire l’amore, non l’innamoramento.
Ciò che dura si sciupa e finisce per marcire, ci annoia, si rivolta contro di noi, ci satura, ci stanca.
L’innamoramento è insignificante, la sua attesa invece è sostanziale.
Tutto si attenua, ma niente sparisce né se ne va mai del tutto
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Vivere nell’inganno o essere ingannati è facile, e anzi è la nostra condizione naturale: nessuno va esente da questo e nessuno è stupido per questo, non dovremmo opporci più di tanto e non dovremmo amareggiarci.
La cosa più intollerabile è che si trasformi in passato chi si ricorda come futuro.
Raccontare è quasi sempre un regalo, compreso quando porta e inietta veleno il racconto è anche un vincolo e un concedere fiducia e rara è la fiducia che prima o poi non si tradisca, raro il vincolo che non si aggrovigli o non si annodi, e perciò finisca per stringere e si debba tirare di coltello e di lama per reciderlo.
Non soltanto si devono lasciar andare i morti quando indugiano o li tratteniamo; si devono anche liberare i vivi a volte.
Quante persone che ci sembravano vitali perdiamo per strada, quante si esauriscono e con quante si diluisce il rapporto senza che vi sia un motivo apparente né tanto meno uno importante. Le uniche che non ci vengono meno né ci deludono sono quelle che ci vengono strappate, le uniche che non lasciamo cadere sono quelle che scompaiono contro la nostra volontà, bruscamente, e così non hanno il tempo di crearci dispiacere o di deluderci.
Gli innamoramenti
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Citazioni tratte da Così ha inizio il male
Quando è del tutto impossibile conoscere la verità, immagino ci resti sempre la libertà di decidere che cosa lo sia e che cosa no.
A volte siamo noi a fare in modo che succeda ciò che più temiamo, perché l’unico modo per liberarci dalla paura è che il peggio sia già successo.
Quanto poco ci vuole perché non esista quel che esiste.
Non sempre sappiamo valutare le nostre forze, il danno che facciamo con la lingua ci sembra più lieve di quello che potremmo arrecare con le mani, e non è così.
La cosa più facile del mondo è distruggere e fare del male, non occorrono sagacia né astuzia e nemmeno intelligenza, uno scemo può sempre mandare in pezzi una persona intelligente.
Così ha inizio il male
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Citazioni tratte da Berta Isla
Non sempre riconosciamo le storie d’amore degli altri, nemmeno quando siamo noi l’oggetto, la meta, il fine.
Abbiamo tante pretese: pretendiamo di conoscere a fondo la gente, soprattutto quella che si assopisce e respira sul cuscino, accanto al nostro.
«Per sempre» fa riferimento al futuro, nella nostra concezione comune, ma «sempre» comprende in realtà anche il passato, e questo non si estingue mai e non si cancella mai del tutto.
È difficile essere due persone per molto tempo. Per un individuo sano di mente, voglio dire. Noi abbiamo la tendenza a essere una persona sola, che esclude tutto il resto, e corriamo il rischio di trasformarci in quella simulata, al punto che questa escluda l’originale e la soppianti.
Berta Isla
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Citazioni tratte da Tomás Nevinson
Ho avuto un’educazione all’antica, e non avrei mai creduto che un giorno mi si potesse ordinare di uccidere una donna. Le donne non si toccano nemmeno con un fiore, non si arreca loro danno fisico e quello verbale va evitato il più possibile, sebbene loro non ricambino quest’ultima attenzione.
Uccidere non è un atto così estremo o difficile o ingiusto se si sa chi si sta uccidendo, quali delitti ha commesso o si prepara a commettere, quanto male si risparmierà facendolo, quante vite innocenti saranno preservate al prezzo di un solo sparo.
Noi non dimentichiamo e la vendetta non ci appartiene.
Ero portato a farmi domande amare sull’utilità di quello che avevo fatto, arrivando senza fatica alla conclusione che il mondo sarebbe stato identico se non avessi mosso un dito, se non fossi esistito e non mi fossi sporcato le mani.
Uno dei grandi problemi della vita è che non possiamo provare nessuna emozione pura. C’è sempre nel nostro nemico qualcosa che ci piace, nel nostro amato bene qualcosa che non ci piace. È questo groviglio di stati d’animo a invecchiarci, a corrugarci la fronte e ad approfondire i solchi intorno ai nostri occhi.
Tomás Nevinson
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© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Javier Marías: le più belle citazioni tratte dai romanzi dello scrittore spagnolo
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